Berlino, messo fuorilegge il gruppo neonazista Combat 18

Combat 18
Combat 18
Photo by Ozzy Delaney

Il gruppo di estrema destra Combat 18 è stato dichiarato illegale dal ministro degli interni Horst Seehofer. La censura, motivata dal fatto che Combat 18 sia incline all’uso delle armi e affine al nazionalsocialismo, è arrivata dopo un blitz in sei stati federali e dopo il sequestro di diversi elementi di prova. Seehofer ha inoltre dichiarato che l’estremismo di destra non ha e non troverà posto nella società tedesca.

Da questo momento sarà dunque perseguibile chiunque utilizzi simboli, scritte o il logo di Combat 18, incluso il motto “I fratelli tacciono, qualunque cosa serva”.

Il provvedimento non ha certamente destato stupore, considerando che veniva invocato da tempo e di sicuro dall’assassinio a Kassel dell’esponente della CDU Walter Lübcke, avvenuto nella primavera del 2019. Stephan Ernst, arrestato come presunto assassino e in seguito protagonista di una serie di confessioni e ritrattazioni, era infatti noto alle forze dell’ordine come neonazista almeno fino al 2019 e risultava avere legami proprio con Combat 18. Da giugno in poi, sia Seehofer che i ministri degli interni della Bassa Sassonia, della Turingia e dell’Assia, si erano quindi pronunciati per la messa al bando dell’associazione estremista.

Nato nel Regno Unito nel 1992, Combat 18 è considerato il braccio armato della rete internazionale di estrema destra Sangue e onore, già bandita in Germania nel 2000. I numeri 1 e 8 presenti nel nome del gruppo rappresentano la prima e l’ottava lettera dell’alfabeto, ovvero AH, le iniziali di Adolf Hitler.

Dopo il 2000, anche Combat 18 sembrava essere scomparso dai radar. Era tuttavia riemerso nel corso delle indagini sulla cellula terroristica di estrema destra NSU e una contiguità tra le due organizzazioni era stata spesso denunciata, soprattutto in occasione dei processi per gli omicidi di Dortmund e Kassel, pur senza arrivare a elementi probatori certi.

Nel 2013 l’associazione è stata infine rifondata con il nome di Combat 18 Deutschland e secondo la Verfassungsschutz, l’Ufficio per la protezione della Costituzione, avrebbe riacquistato peso soprattutto in Assia e nella Renania settentrionale-Vestfalia.

È molto importante, in questa fase, provare che questa organizzazione sia “attivamente aggressiva”, in modo da poter blindare questo risultato di fronte a eventuali iniziative atte a destituire di legittimità questo provvedimento in tribunale. Va detto che la cosa appare  implausibile: chi citerebbe in causa lo stato a difesa di Combat 18, automaticamente autodenunciandosi come neonazista?