27 gennaio, Giornata della Memoria: impossibile dimenticare
Oggi è il 27 gennaio, giornata internazionale designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005 e dedicata alla Memoria e al ricordo delle vittime dell’Olocausto. La ragione per cui è stata scelta questa data in particolare è perché proprio il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, simbolo, purtroppo non unico, dell’eccidio di massa in seguito chiamato Shoa.
Si ricordano oggi non solo le vittime del campo, in un numero stimato tra 1.100.000 e 1.500.000 unità, ma anche i sei milioni di ebrei uccisi in quella perversione della ragione e dell’umanità che fu l’Olocausto e che trascinò l’Europa nel suo periodo più nero.
Ebrei, ma anche omosessuali, dissidenti politici, Rom e Sinti, testimoni di Geova e i cosiddetti asociali trovarono la morte in modi orribili, nell’attuazione di una follia che oggi ci sembra inconcepibile, se osservata a distanza di più di settant’anni, ma che l’umanità ha purtroppo rinnovato in forme e in circostanze diverse in molti Paesi del mondo, dimostrando di non avere memoria.
Per questo questa giornata ha senso, per il suo valore simbolico e di rispetto per chi ha vissuto un’atroce tragedia, e per il suo valore di vincolo e stimolo di riflessione, di fronte alle tentazioni di un presente che può degenerare in modo analogo. E a volte lo fa.
Il Mitte ripropone dunque ai suoi lettori, nella giornata della Memoria, una serie di articoli sul tema, incluse le interviste che ci hanno maggiormente toccato e che parlano dei sopravvissuti a una tragedia che non dobbiamo e non vogliamo dimenticare.
Scampato all’orrore di Auschwitz: intervista a Piero Terracina
Sopravvivere all’Olocausto: intervista a Gilberto Salmoni
Ravensbrück: gli orrori dimenticati del campo di concentramento femminile vicino a Berlino
Le donne del nazismo: Irma Grese, la iena di Auschwitz
Il Memoriale dell’Olocausto di Berlino: per non dimenticare
Il Museo Ebraico di Berlino: architettura della memoria