Guerrieri dell’inclusione a Berlino: il successo della Giornata Internazionale delle Persone Disabili
Riportiamo parte dell’intervento di Amelia Massetti, presidente di Artemisia e organizzatrice dell’evento per l’inclusione insieme ad AWO Begegnungszentrum, Bezirksamt Friedrichshain-Kreuzberg, EMERGENCY Deutschland, ANPI, MiNA e.V, Rete Donne Berlino e il nostro giornale
Nel mondo il 15% delle persone ha una disabilità. Questo indica che almeno il 30% delle persone ne sono coinvolte direttamente o indirettamente, tra familiari amici e operatori. La disabilità ci riguarda tutti, perché le decisioni politiche e istituzionali devono coinvolgere direttamente le persone diversamente abili e le associazioni che ne tutelano i loro diritti. In Germania solo da quest’anno le persone diversamente abili hanno il diritto al voto, e non in tutte le regioni e per tutte le fasce.
Artemisia ha dato il via alla Giornata internazionale delle persone disabili il 3 dicembre, coinvolgendo associazioni che non si occupano direttamente di questo tema al fine di richiamare l’attenzione di soggetti differenti ed accrescere la consapevolezza di quanto siano fondamentali la partecipazione e la responsabilità di tutti.
Il progetto Artemisia, presentato il 3 dicembre 2015, è diventato, per volontà di genitori di figli diversamente abili e non ed operatori del settore, un’associazione legalmente riconosciuta a Berlino. Lo scopo è quello di creare un luogo in cui discutere della disabilità, ma anche delle differenze e delle discriminazioni, ed elaborare progetti di inclusione innovativi.
In questi 4 anni Artemisia ha organizzato 37 eventi informativi di vario tipo. Ad esempio ha realizzato nelle scuole progetti di inclusione come “Reisen zwischen den Emotionen” oppure “Musik zusammen machen”, un progetto inclusivo che coinvolge una Sonderschule e una Grundschule, in attuazione da gennaio. Ha poi dato vita al laboratorio inclusivo di arteterapia “Buntstifte”, per donne diversamente abili e non, e si è mossa anche in un contesto migratorio con progetti culturali come “Kino und Vielfalt”.
Per quanto riguarda il tempo libero va senz’altro segnalato l'”Inclusive tandem Tour”, che ha coinvolto persone non vedenti, diversamente abili e non.
L’inclusione è un atto democratico
Non c’è democrazia senza inclusione. Artemisia per questo si augura di poter essere uno stimolo per praticare l’inclusione anche e soprattutto con coloro che non ne sono direttamente coinvolti. L’inclusione delle persone disabili è la base per costruire una società più consapevole e accogliente nei confronti di coloro che ne vengono emarginati.
Ogni attività in questo senso può fare la differenza e stabilire dei ponti per superare egoismi e razzismi nei confronti delle minoranze, come i migranti, i senzatetto, e persone diversamente abili e chiunque venga percepito come sbagliato perché diverso.
L’inclusione è un percorso, non è un punto di arrivo. Un percorso da costruire insieme per comporre quei tasselli essenziali necessari a creare le fondamenta per una società che rispetti le istanze di tutti. L’inclusione si sperimenta insieme, qualche volta sbagliando, ma solo attraverso gli errori si possono superare gli ostacoli e migliorarli.
È importante che tutti i gruppi con caratteristiche che li rendono discriminabili, che si tratti di migrazione, orientamento sessuale, religione o altro, lavorino insieme e garantiscano la coesione sociale per contrastare tutte quelle tendenze politiche che stigmatizzano e in modi diversi “puniscono” la diversità.
Tutti noi, persone civili e per una società democratica e umana, abbiamo un compito, quello di contrastare le ingiustizie sociali e adoperarci per far rispettare leggi che esistono e che contrastano le discriminazioni. È fondamentale l’assunzione e la presa di coscienza, in tutti i contesti della vita pubblica e sociale, che la disabilità o le differenze vanno elaborate e rese visibili perché ognuno di noi è meravigliosamente unico, meravigliosamente diverso dagli altri.
L’importanza dell’inclusione
Accogliere la diversità significa superare la paura dell’incontro, scoprire, riconoscere noi stessi e gli altri, crescere e arricchirsi, in un processo lento quasi impercettibile ma che arrivi profondamente e stabilmente nelle coscienze delle persone. Accogliere la diversità significa stimolo, significa superare la paura dell’incontro, scoprire, riconoscere noi stessi e gli altri, crescere e arricchirsi, in un processo lento quasi impercettibile ma che arrivi profondamente e stabilmente nelle coscienze delle persone. L’inclusione è il ponte che dobbiamo costruire per rispettare le differenze e per creare un mondo che sia a misura di tutti.
Non abbiamo bisogno di essere uguali per convivere ma abbiamo bisogno di avere uguali opportunità di vita sociale ed economica. Questo è il compito delle istituzioni che devono adoperarsi per attuare regolamentazioni stabilite dalla Convenzione dei diritti delle persone disabili e favorire l’accesso alla scuola, al lavoro, e in tutti i contesti economici e sociali, delle persone disabili.
Una società che non si prende cura delle persone disabili e delle fasce a maggior rischio di isolamento e mancanza di cura, lasciando questo compito alla disponibilità e alla volontà di pochi, spesso delle donne, è una società che non può costruire le fondamenta per un mondo migliore, garante della sicurezza sociale nel rispetto dei diritti dell’uomo.
Le differenze si elaborano attraverso la conoscenza e la convivenza. Abbiamo leggi che hanno già enunciato tutto il lavoro che va fatto per l’inclusione, queste leggi vanno applicate e se non viene fatto vuol dire che stiamo costruendo una società anche contro la legge.