“Deutschland Übergestern”, il lavoro dopo Die Wende: La Stasi e il Controllo

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Come è noto, una parte importante e preponderante del sistema della DDR faceva perno sul controllo. Uno dei grandi drammi dei sistemi socialisti è stata, negli anni, una profonda radicalizzazione e militarizzazione del sistema.

Quelli che alla fine della Seconda Guerra Mondiale erano ideali socialisti, sia per il controllo subito a propria volta dall’Unione Sovietica, sia perché la Guerra Fredda aveva fatto crescere fino all’inverosimile l’idea e il sospetto che tutti fossero potenziali spie e che quindi ogni possibile comportamento fuori dai canoni dettati dal partito potesse mettere a repentaglio e destabilizzare tutto il sistema, tutto questo aveva trasformato il Paese in una incredibile macchina del controllo.

Per il controllo sono necessarie strutture e personale. Dei punti nevralgici di controllo noi ricordiamo Charlie, con meno memoria (a parte di chi dall’Italia veniva già dagli anni 70 in macchina) di Beta e soprattutto di Alpha.

Il museo e il centro di documentazione Gedenkstätte Deutsche Teilung Marienborn si trova sul suolo precedentemente utilizzato per controllare auto, camion e autobus provenienti da ovest e che entravano nella DDR o attraversavano il confine in transito per Berlino Ovest, controllati dalle Grenztruppe (truppe di frontiera), agenti della Stasi e agenti del KGB. Dal lato ovest (nell’ex zona britannica, quello che era chiamato Checkpoint Alpha), i suoi edifici sono stati demoliti o sono ora utilizzati per altri scopi.

Roland Guttermann ha lavorato sotto la Stasi per moltissimi anni ed era addetto al controllo passaporti (PKE) in questa struttura (il valico di frontiera più grande e importante sul confine interno tedesco, durante la divisione della Germania).

Inaspettata è la disinvoltura con la quale Guttermann, durante l’intervista, si muoveva attraverso le diverse strutture. Con la stessa disinvoltura non ha avuto nessun problema a dichiarare di redigere rapporti sugli altri lavoratori, così come era consapevole che la stessa cosa veniva fatta nei suoi confronti. Della sua disinvoltura è simbolo anche il fatto che dopo la caduta del Muro abbia deciso di rimanere nella stessa zona (dove era nato e cresciuto), per restaurare automobili.

Per il controllo sono necessarie infrastrutture. “Nel novembre 2011, ho visitato per la prima volta il Gedenkstätte Berlin-Hohenschönhausen, quello che chiamiamo la prigione della Stasi di Berlino, con la mia amica Alex. Il mio tedesco era davvero scadente, ma ho deciso di fare il tour con un testimone in tedesco, perché a volte capire la lingua è meno importante che interagire con la situazione. Quello che ricordo di quella visita erano i volti dei tedeschi nel gruppo, tutti guardavano a terra mentre il testimone stava condividendo con noi ciò che aveva sofferto lì”.

Lo Stasi Operativ-Technischer Sektor (OTS), i cui edifici si trovavano proprio di fronte al carcere, era responsabile dello sviluppo, della produzione e della manutenzione di ogni tipo di attrezzatura di spionaggio, compresi i dispositivi segreti di intercettazione, telecamere, camuffamento e strumenti di monitoraggio.

Ma nella dualità della Guerra Fredda, dove tutto ci spinge in massima parte a ricordare l’Est, come berlinesi non possiamo non far riferimento, per lo stesso scopo, alle strutture di controllo dell’Ovest. La stazione di controllo di Teufelsberg (Berlin Grunewald) fu utilizzata dalle forze di occupazione americane fino alla fine della Guerra Fredda, nel 1989, per scopi di spionaggio e ascolto.

Deutschland Übergestern (Germania, a proposito di ieri)
Cambiamenti radicali sul posto di lavoro dopo Die Wende
un progetto fotografico di Dario J Laganà

Il progetto fotografico Deutschland Übergestern indaga le storie di quelle persone che non si sono adattate al nuovo sistema dopo la Caduta del Muro con la loro precedente biografia professionale, hanno cambiato drasticamente il loro lavoro e la loro carriera e hanno dovuto lasciare alle spalle la loro vita precedente.
Il fotografo italiano Dario J Laganà ha incontrato alcune di queste persone dopo approfondite ricerche sulla cultura lavorativa e industriale della DDR e dopo il periodo della riunificazione. Nella mostra (formata da 18 ritratti, 10 luoghi simboli, un diario di 37 immagini e una postazione multimediale con le interviste) ricostruisce una serie di questi percorsi di vita personali in ritratti fotografici e interviste, che avvicinano il lettore e lo spettatore a questa parte della storia tedesca e ai suoi protagonisti.

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Informazioni sulla mostra:
8 Novembre 2019 – 3 Gennaio 2020
Opening : 7 Novembre ore 19
presso la Fotogalerie Friedrichshain (S+U Warschauerstrasse) – Entrata libera in orari di galleria (website galleria: fotogalerie.berlin)