Una Costituzione per l’Europa? Se n’è parlato all’Ambasciata di Berlino

Martedì 12 dicembre si è tenuto, presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino, l’incontro “Una Costituzione per l’Europa?”, organizzato dal Comites Berlino con il patrocinio dell’Ambasciata. L’evento era rivolto a tutta la comunità italiana a Berlino, con lo scopo di informare e stimolare riflessioni su un tema che ci riguarda molto da vicino: il destino dell’Unione Europea. Proprio in quanto cittadini di uno stato dell’Unione residenti in un altro, infatti, la nostra comunità ottiene un’esperienza diretta di come il progetto Europeo concretizzato dopo la seconda guerra mondiale si sia evoluto in una serie di accordi, istituzioni e regolamenti. Queste sono le condizioni che oggi ci permettono, per esempio, di spostarci da un paese all’altro del continente con molta più facilità di quanto non accada a chi non è cittadino europeo.

I lavori sono stati aperti dall’Ambasciatore d’Italia a Berlino Luigi Mattiolo, che ha ricordato l’importanza dell’iniziativa e del nostro ruolo di europei in Europa – toccando alcuni dei concetti che aveva già espresso nell’intervista rilasciata al nostro magazine subito dopo il suo insediamento. Il panel era composto da ospiti d’eccezione, a partire dal moderatore, il Prof. Gregor Fitzi, co-Direttore del Centro di studi sulla cittadinanza all’Università di Potsdam, che in passato ha approfondito il tema dell’ascesa del populismo in Europa – tema fondamentale in questo momento storico.

Il primo intervento è stato quello dell’Avvocato Wilma Viscardini, dello Studio legale Donà Viscardini di Padova-Berlino-Bruxelles. L’Avvocato Viscardini è stata membro del Servizio giuridico della Commissione europea e patrocinante davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, ma soprattutto ha avuto un’esperienza diretta della nascita delle istituzioni che oggi regolano la nostra Unione. Il suo intervento ha costituito un indispensabile inquadramento del discorso, non solo attraverso un excursus storico dell’evoluzione della costruzione europea, ma anche una puntuale disamina di tutti gli aspetti della nostra vita che sono influenzati positivamente dalla permanenza nell’unione. Dalla libera circolazione di merci e persone al ruolo fondamentale delle corti europee, infatti, moltissimi sono i fattori che contribuiscono a rendere le nostre società attuali più fluide, più attente ai diritti umani, più vivibili e più democratiche. Nonostante le anche cospicue differenze fra i diversi stati membri, il percorso intrapreso da quelli che si possono definire i padri fondatori dell’unione ha fatto sì che le ultime due generazioni vivessero una realtà socio-politica impensabile per i loro genitori o i loro nonni.

Il secondo intervento è stato quello del giornalista Beda Romano, corrispondente per Il Sole 24 Ore da Bruxelles, dove segue le istituzioni comunitarie e la Nato. Romano ha affrontato il tema dei momenti di crisi, a partire dalla crisi del credito che, iniziata con quella dei mutui subprime americani, si è estesa anche all’Europa. Proprio questo genere di eventi globali possono mettere in pericolo la stabilità di una costruzione geopolitica ancora in fieri come quella Europea, in un mondo globalizzato in cui le banche non sono realtà di respiro nazionale. E sono queste le circostanze in cui si deve stimolare una riflessione collettiva su quali future evoluzioni possano rafforzare l’Unione e fornire risposte adeguate alle crisi presenti e future.

L’ultimo intervento è stato quello del Prof. Gino Scaccia, illustre costituzionalista e autore di numerosi saggi, nei quali ha affrontato tutti gli ambiti del diritto costituzionale. Il Prof. Scaccia ha sottolineato l’importanza, per contrastare il crescente populismo, di rifuggire dallo schema dualistico che oppone euroscettici a “euroentusiasti”, considerando invece le tante posizioni di coloro che, pur sostenendo l’importanza dell’Unione, prospettano ragionevoli critiche all’attuazione pratica di alcuni principi e in sostanza alla realizzazione dell’intera architettura istituzionale che la regola. Il futuro per un’Unione sempre più democratica risiede nel perfezionamento costante dei suoi meccanismi di rappresentatività. Per essere veramente democratiche e vicine alle istanze dei cittadini europei, infatti le istituzioni che regolano l’Unione devono riflettere una pluralità di fattori: le tante e diverse identità che la compongono, i principi fondativi che la ispirano fin dalla sua nascita e la consapevolezza delle sfide globali e dei pericoli derivanti dalle forze centrifughe attualmente in gioco sullo scacchiere internazionale.

L’evento si è concluso con un saluto della Presidente del Comites Simonetta Donà e con un breve rinfresco, durante il quale il pubblico presente ha continuato a discutere con i relatori degli interessantissimi temi trattati.