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WEBFEST BERLIN #2, il festival dedicato alle serie per il Web: il futuro è corto

di Roberta Chimera (The Visual House)

Anne Santa Maria fa parte del consiglio direttivo della Webfest ed è stata una pioniera in Francia nella produzione digitale di formati brevi. “Le nuove generazioni di filmmakers hanno sviluppato molteplici talenti, sono contemporaneamente registi, sceneggiatori, montatori, e trovano sul web lo spazio creativo perfetto per esprimersi liberamente. Negli anni passati i filmmakers sperimentavano con la produzione di cortometraggi, adesso invece producono preferibilmente l’episodio pilota di un progetto seriale. Da queste esperienze nascono sempre più spesso collaborazioni che portano alla produzione dell’intero progetto. Il problema è che difficilmente chi commissiona lo sviluppo della serie accetta di coinvolgere il team che ha lavorato alla produzione di un pilota. In questo senso c’è ancora del lavoro da fare per convincere gli editor a fidarsi di più e dare più opportunità ai giovani talenti”.

Webfest
Anne Santa Maria, Meredith Burkholder, Jöel Bassaget ©NORTHFAB Agency for a Visual World

Interessante anche il dibattito condotto da Lee Mason, commissioning editor a Channel 4, ospite del festival per presentare la serie The end of the fucking world, prodotta dal canale inglese e portata al successo la scorsa stagione da Netflix.

Particolarità della serie è la lunghezza variabile degli episodi, dai 18 ai 23 minuti, scelta piuttosto inedita per un canale televisivo. Dal palco si è rivolto direttamente ai creativi esortandoli ad accrescere il potenziale commerciale del loro lavoro e a considerare bene a quali piattaforme può essere adatto. Tuttavia, nell’intervista che ha rilasciato a Il Mitte, dichiara che “non è proprio vero che la durata degli episodi ormai non ha più importanza, perché quando si tratta di spazi televisivi tradizionali bisogna considerare lo spazio per le inserzioni pubblicitarie. Noi abbiamo potuto produrre The end of the fucking world perché è stata trasmessa sul nostro canale di video on-demand. Per le emittenti, quella della lunghezza sarà comunque una sfida da affrontare nel prossimo futuro, perché il consumo di contenuti sarà sempre più soggetto alle esigenze individuali”.

Aggiunge di non avere una risposta su come si evolverà in futuro l’offerta televisiva, ma che non si potrà non tenere conto del fatto che il pubblico oggi non fa più distinzioni fra forme brevi o lunghe, ormai la cosa più importante è la storia che viene raccontata.

foto WEBFEST Lee Mason ©NORTHFAB Agency for a Visual World

Sensibile nel cogliere le necessità in evoluzione della produzione audiovisiva, il Medienboard Berlin Brandenburg, l’organo istituzionale di supporto finanziario allo sviluppo dell’audiovisivo a Berlino, ha creato due appositi bandi per il sostegno dei progetti seriali.

Il primo bando è dedicato alla serie ad alto budget con un potenziale internazionale e un costo a episodio che si aggira intorno ai 500.000,00 euro. Il secondo bando riguarda i formati innovativi di fiction, documentario e di intrattenimento – video giochi e realtà virtuale – con un costo a episodio di 200.000/300.000 euro. Il bando è diviso in supporto allo sviluppo e supporto alla produzione.

Ce ne parla il referente Oliver Ossege: “Non pensiamo per categorie, non facciamo distinzioni fra serie ad alto o basso costo, episodi lunghi o brevi e non facciamo distinzioni fra serie per il web o per la televisione, perché una serie commissionata da un’emittente televisiva, l’anno successivo potrebbe essere trasmessa da una piattaforma online come Netflix o Amazon. Noi diamo molta importanza alla storia e al carattere innovativo dei progetti che ci vengono proposti”.

WEBFEST Oliver Ossege – Anna Sarah Vielhaber

Continuate a seguire il terzo episodio della recensione del WebFest Berlin, primo festival in Germania dedicato ai formati seriali web.

FOTO: WEBFEST Ask a powerful lady. Da sinistra a destra: Kara Duffy, Ramak Molavy, Minna Philipps, Nataly Kudiabor, Hanna Huge ©NORTHFAB Agency for a Visual World

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