WEBFEST BERLIN #1: a Berlino il Festival dedicato alle serie per il Web
di Roberta Chimera (The Visual House)
La Web Fest Berlin è il primo festival riservato alle serie web in Germania ed è un evento che esplora i nuovi territori dello storytelling nel panorama digitale, offrendo uno sguardo approfondito sul fenomeno che sta cambiando il volto dell’industria dell’intrattenimento.
Meredith Burkholder ha fondato il festival cinque anni fa, creando nel tempo uno spazio di incontro fra produttori e registi e creativi emergenti. Al festival quest’anno, arrivato alla quinta edizione, hanno partecipato sessantaquattro serie web corte provenienti da 30 Paesi, selezionate da una giuria internazionale di professionisti del settore.
Women of the Island ha vinto il Gran Premio della Giuria con la sua galleria di ritratti di donne dell’isola di Tasmania, mentre il premio come miglior serie tedesca è stato assegnato a Pandas don’t cry di Gina Wenzel, la storia di sette ragazzi con un passato di droga e piccola criminalità, che si incontrano in una fattoria sperduta per ritrovare se stessi.
Diversi tavoli di discussione e seminari hanno affrontato durante il festival il tema della narrazione breve per il web in una prospettiva di sviluppo globale. Ne emerge che per i filmmakers indipendenti, aspetti come la facilità di distribuzione e la libertà nello storytelling sono fra le ragioni fondamentali che portano sempre più spesso a scegliere di realizzare un episodio pilota.
Inoltre, visto che il pubblico guarda sempre meno la televisione, le serie web offrono l’opportunità di raggiungere la propria audience di riferimento con maggiore efficacia. La flessibilità della durata degli episodi, inoltre, permette di raccontare l’essenziale, evitando scene inutili create solo per raggiungere le durate standard.
Da tempo, quindi, si è aperto un nuovo scenario creativo nel settore dell’intrattenimento. Ne parliamo con Meredith Burkholder: “Da quando ho fondato la Webfest ho visto un crescente sviluppo del potenziale commerciale dei formati brevi. Non si tratta più di considerare le serie web solo come contenuti per riconquistare il pubblico giovane che sta su Internet”.
Molto spesso le serie web sono considerate dalle emittenti televisive principalmente come bacino di ricerca di nuove idee e nuovi talenti. Burkholder, tuttavia, vede nella narrazione breve un potenziale molto più ampio: obiettivo del festival è di stimolare l’integrazione stabile dei format brevi nel tessuto dell’industria di intrattenimento.
“Le serie di breve durata sono da considerare come un format diverso adatto a soddisfare le esigenze anche di un pubblico di professionisti dai 35 ai 55 anni, che hanno figli, non hanno molto tempo e vogliono guardare qualcosa di alta qualità. Non credo sia necessario creare piattaforme specificatamente dedicate alla serialità breve, le forme brevi dovrebbero essere integrate nell’offerta delle emittenti televisive insieme agli altri contenuti”.
Uno sviluppo in questa direzione richiede però, da parte dei canali televisivi, una ristrutturazione profonda di non facile attuazione, soprattutto nella prospettiva di competere con piattaforme transnazionali come Netflix, Amazon e prossimamente anche Quibi, la piattaforma dedicata ai formati brevi pubblicitari fondata dagli studios di Hollywood che verrà lanciata nell’aprile del 2020 e sarà disponibile solo su dispositivi mobili.
Come si prospetta quindi il futuro delle serie web?
Ne parliamo prestissimo nel secondo episodio.