Due libri su Berlino che dovete assolutamente leggere
di Laura Collinoli
Storie di uomini e di donne, di tragedie personali e drammi collettivi. Racconti di grande umanità e speranza, ma anche fili che si riannodano tra passato e presente con uno sguardo perso nel futuro.
Due libri pubblicati quest’anno. Il primo vincitore del DeA Planeta (all’esordio nell’edizione italiana) e il secondo edito HarperCollins. Cronache corali ma anche intime, segrete, talvolta inconfessabili. Nel silenzio delle nostre parole, di Simona Sparaco, e Quattro piccole ostriche, firmato Andrea Purgatori.
La prima che raggiunge la sua maturità con un libro che racconta la vita tra morte e rinascita. Il secondo al suo primo romanzo dopo essere stato sceneggiatore e prima ancora giornalista di inchiesta. Sparaco già finalista al Premio Strega con Nessuno sa di noi. Purgatori capace di regalare ai lettori particolari scottanti sulla strage di Ustica e su alcune delle più importanti operazioni antimafia e antiterrorismo compiute in Italia.
I loro sono romanzi differenti ma con un tratto comune. Il legame è Berlino.
Le sue strade, i suoi quartieri, gli angoli più suggestivi, gli alberghi del centro e i palazzi dove si intrecciano rapporti familiari e relazioni tra sconosciuti. Berlino di oggi ma che nel romanzo di Purgatori è invece sospesa tra il presente e la caduta del Muro. Tra la Porta di Brandeburgo e ilCheckpoint Charlie, posto di blocco ai tempi della Guerra Fredda tra Est e Ovest e oggi tra le mete preferite di turisti in cerca di antiche suggestioni.
In questo luogo Lucio Dalla ci ha scritto Futura, storia di due innamorati – uno ad Est e l’altro ad Ovest – che sognano un domani senza Muro e un figlio finalmente libero di attraversare la città. In un’intervista racconta che in quella stessa sera, sulla panchina accanto alla sua, si era seduto a un certo punto Phil Collins. Lui non conosceva Dalla, Lucio non lo disturba. Ognuno perso nei propri pensieri e inquietudini.
Berlino è anche questo.
Kreuzberg, l’Isola dei Musei, Charlottenburg, Mitte, i locali sul fiume Sprea. Le emozioni si intrecciano in una città in continua evoluzione. “Uno splendido casino organizzato”. La racconta così Daniele Silvestri nella canzone La mia casa. “Dove niente è come sembra, o perlomeno niente è più com’era stato. E tutto quanto intorno me lo insegna che il passato che è già stato fatto a pezzi come un muro, qualcosa ne è rimasto per orgoglio e tutto il resto, invece, è proiettato nel futuro”.
Simona Sparaco prende spunto dall’incendio della Grenfell Tower di Londra, avvenuto nel 2017 e in cui rimasero uccise settantadue persone, per immaginare storie di uomini e donne coinvolti in un identico dramma.
Si aggrappa alle parole di Massimo Gramellini, suo compagno di vita e che per il Corsera scrive sulla tragedia un pezzo commovente su una coppia di giovani italiani morta tra le fiamme, e racconta di un palazzo berlinese dove vivono la studentessa italiana Alice e il suo innamorato Matthias, Bastien e sua madre, l’ex ballerina classica Polina e il suo bambino.
E poi c’è Hulya, che lavora nel negozio di fronte, uno spätkauf aperto ventiquattro ore su ventiquattro e che osserva da lontano drammi e felicità, amori, passioni e demoni contro cui combatte ognuno dei protagonisti. Fino all’incendio, che cambia tutto.
Quando vita e morte si sfiorano e ogni distanza si abbatte perché c’è qualcosa di più grande, di più importante.
Un romanzo corale e profondamente intimo, mentre protagonista silenziosa è una città in cui si muovono anime differenti e culture che ne raccontano una straordinaria mescolanza etnica.
Identica città ma storie diverse quelle che si intrecciano in Quattro piccole ostriche, la spy story dal sapore antico di Andrea Purgatori. Un libro straordinario in cui i piani temporali si alternano allo stesso modo in cui si mescolano le vicende durante la Guerra Fredda e a trent’anni esatti dalla caduta del Muro. È il 9 novembre del 1989 quando insieme alla folle divisione di una città viene meno anche un equilibrio (assurdo ma in qualche modo incredibilmente armonico) che teneva in piedi mondo occidentale e impero sovietico.
È una lettera che dà il via al romanzo. Una lettera indirizzata a Wilhelm Lang, che da anni risiede in un albergo di lusso nelle Alpi Svizzere ma che un tempo si chiamava Markus Graf, spia della Stasi. A spedirgliela è Greta, sua ex collega ed amante.
Negli stessi istanti, nel parco del Tiergarten, a Berlino, un colpo di pistola mette fine alla vita di un diplomatico russo. L’indagine è affidata al commissario Nina Barbaro, la cui vita era cambiata in maniera radicale la notte del crollo del Muro. Così come si erano trasformate, in quelle stesse ore, le esistenze di Markus e di Greta. Nelle pagine di Purgatori si fanno spazio anche Yuri, un agente del KGB che ha nel suo destino la presidenza della Russia, e un inquietante progetto, il Walrus, in onore del tricheco della canzone di John Lennon e Paul McCartney, oltre che della favola nera di Alice nel Paese delle meraviglie.
Anche qui ci si muove come fantasmi tra le strade e le stazioni di Berlino. Tra i suoi
parchi, le piazze. Negli alberghi, tra le stanze del lussuoso Adlon e quelle maledette del Bogotà.
Berlino resta lì, muta eppure in continuo fermento, eccitazione, fervore. Eternamente sospesa, come le storie di spionaggio di Andrea Purgatori e quelle di straordinaria umanità di Simona Sparaco.