Italiane che fanno la differenza: Mariasole Bianco di Worldrise punta su Berlino, per un mondo plastic free
di Lucia Conti
Nell’ambito della Premium Messe, circuito di quattro fiere complementari che ha recentemente avuto luogo a Berlino, ho l’opportunità di intervistare Mariasole Bianco, fondatrice, insieme a Virginia Tardella, della Onlus Worldrise, che si occupa di tutela ambientale e soprattutto marina.
A Berlino, Mariasole ha partecipato a una conferenza chiamata Sustainable future, Think Tank e ha presentato un progetto chiamato No plastic, more fun, in collaborazione con il celebre marchio North Sails, che produce attrezzature e abbigliamento per barche a vela.
Ed è proprio il mare il primo degli argomenti che affrontiamo, quel mare che per Mariasole è passione e missione al tempo stesso.
La storia di Mariasole
“Nasco sirena”, mi dice scherzando questa biologa di appena trentantré anni, mentre ci sediamo poco distanti da stand che espongono tessuti e oggetti realizzati con materiale riciclato o riciclabile.
La sua esperienza è stata “un percorso lungo e non sempre in discesa”. Si è laureata a Genova in scienze ambientali e conservazione e gestione dell’ambiente marino, poi si è trasferita in Australia, dove si è specializzata nella gestione delle aree protette. Ne è seguita una gavetta durata due anni. Le chiedo con che tipo di lavoro abbia iniziato.
“Lavoravo per un’associazione locale” risponde “sensibilizzavo la comunità sulla necessità di istituire un’area marina protetta, che all’epoca era la più grande del mondo, nel Mar dei Coralli. Da questa esperienza ho imparato tantissimo. Alla fine, dopo aver cercato di inserirmi in circuiti che richiedevano un’esperienza pluriennale, ho deciso di crearmi da sola un progetto interamente mio”.
Ed è così che nel 2013 Mariasole ha creato la sua onlus, Worldrise, insieme all’amica Virginia, designer sensibile alla sostenibilità e che attualmente gestisce il progetto No plastic, more fun.
Tante competenze si incontrano nel team di Worldrise e in pochissimo tempo questa realtà si è imposta con iniziative di cui si è parlato moltissimo.
Le discoteche plastic free di Milano: “Il mare inizia da qui”
A Milano Worldrise ha conseguito uno dei più grandi successi del team: ha di fatto creato il primo network al mondo di locali notturni che si sono impegnati ad essere plastic free. I locali che hanno accettato di aderire, hanno infatti deciso di fare definitivamente a meno di tutta quella plastica monouso che ha un incredibile impatto inquinante.
“L’80% dei rifiuti plastici che si trovano in mare vengono da fonti terrestri, in particolare dalle metropoli” mi spiega Mariasole. E per questa ragione il progetto in cui si è inserita l’iniziativa milanese si chiama, appunto, Il mare inizia da qui, e si prefigge di sensibilizzare il contesto urbano sulle sue responsabilità verso il mare.
I locali coinvolti si sono impegnati a non servire più plastica monouso, come cannucce, bicchieri e bottiglie, e a usare solo alternative sostenibili e plastic free.
L’evento di lancio, La Notte Blu, ha avuto luogo in una serie di discoteche milanesi e ha avuto un impatto illuminante. Basti pensare che in una sola notte sono stati risparmiati 25.000 bicchieri di plastica, 10.000 cannucce e 8000 bottigliette. Sono cifre che danno le vertigini, se moltiplichiamo questi dati per il numero dei locali notturni di Milano e per il numero di giorni di attività in un anno.
Ma c’è di più: il progetto pilota di Worldrise è iniziato coinvolgendo un giro di ristoranti del centro storico di Genova, che hanno applicato lo stesso criterio, diventando plastic free.
Perché chiunque può essere “la soluzione” al problema della plastica in eccesso
Worldrise non ha mai smesso di insegnare alle persone che possono avere un peso determinante. Non parliamo di ideali astratti, parliamo di un impegno che permette a chiunque di fare la differenza.
“Con la plastica, la cosa bella è che puoi davvero essere la soluzione, tu, in prima persona!” ribadisce Mariasole “Non demonizziamo la plastica in assoluto, parliamo della plastica usa e getta ed è per questo che abbiamo selezionato i locali notturni. Perché sono quelli che ne fanno un uso maggiore, anche per questioni di sicurezza. Adesso, al posto della plastica monouso, i locali che hanno aderito alla nostra iniziativa usano materiale biodegradabile compostabile, che alla fine va nell’umido e in tre mesi sparisce. A Milano, tra l’altro, siamo fortissimi sul compostaggio”.
Worldrise e Berlino: una nuova sfida
“Mi piacerebbe tanto portare questo concept a Berlino, espandere una realtà che sta funzionando e che può aiutarci a vivere meglio, tutti”, continua Mariasole.
Berlino è oltretutto da anni sensibile alla sostenibilità, quindi potrebbe essere davvero la cornice ideale per le iniziative di questa intraprendente “sirena” milanese e del suo determinatissimo team.
Faccio a questo punto un paio di domande a Elisabetta Zerazion, consulente ambientale italo-eritrea, che vive a Berlino e che ascolta con interesse la nostra conversazione. “Mi sono trasferita perché ho iniziato una collaborazione con un’università locale, quando stavo terminando il mio progetto di dottorato” precisa “e a quel punto ho deciso di restare”.
Della conferenza di Mariasole, Elisabetta dice: “È stato molto interessante, perché molti intervenuti appartenevano al settore privato e io, che ho una formazione accademica e mi occupo di sostenibilità, ma nell’ambito della ricerca, ho avuto modo di conoscere le problematiche e i punti di vista di chi si muove fuori”.
A quel punto aggiunge, sorridendo: “È stato interessante anche vedere come Mariasole abbia sollevato in modo molto diretto la questione dell’imballaggio. A un certo punto ha chiesto: qual è secondo voi la soluzione per portare in Europa un prodotto fabbricato, ad esempio, in Cina, senza usare sacchetti di plastica?”.
“È un problema condiviso” interviene Mariasole “le alternative ci sono, ma in questo caso sono molto costose. L’idea per risolvere questo e altri dilemmi è trovare una massa critica di compratori, che orientino il mercato in una direzione plastic free”.
L’approccio di Mariasole è molto pragmatico, volto al risultato. “Quello che non si riesce a capire” aggiunge “è che tutelare e valorizzare l’ambiente non è una causa disperata o improduttiva. In Australia, dalla tutela e dalla valorizzazione dell’ambiente si ricavano miliardi, si crea lavoro e si determina anche un incredibile sviluppo sociale ed economico.
Il problema è che in Italia non abbiamo una forza politica che si faccia promotrice di questi temi o almeno ne parli. In Europa è diverso e chiunque si candidi ha sostenibilità e ambiente come parte integrante del proprio programma.
Per questo ho deciso di investire moltissimo nella comunicazione, in Italia, partendo proprio dalla società. Quando abbiamo creato il circuito di locali plastic free, ad esempio, abbiamo targettizzato la campagna in modo da raggiungere e stupire il frequentatore di discoteca medio. Mi viene in mente il simbolo con il “divieto di cannuccia” con la scritta “Suck the right thing” o altre campagne, con cui abbiamo raggiunto i più giovani, usando un linguaggio che non risultasse incomprensibile.
Cosa chiediamo ai lettori del Mitte
Raccogliendo l’appello di Mariasole, vi invitiamo a inviarci segnalazioni che riguardino associazioni ambientaliste di Berlino con cui Worldrise possa collaborare per realizzare i suoi progetti, marchi, aziende e investitori interessati, volontari che abbiano voglia di dedicarsi al sostegno della causa, ma anche a proposte concrete relative a locali notturni di Berlino, potenzialmente raggiungibili per un’iniziativa come quella accettata dai locali di Milano.
Insomma, come dice Mariasole: “Ognuno può fare la differenza, per il mare”.