Cos’è la sindrome di Asperger? Ce lo spiega Artemisia
Il 2 aprile si terrà l’incontro mensile di Artemisia e.V. Inclusione per tutti. In questa occasione l’associazione e l’AWO Begegnungszentrum in Kreuzberg, invitano ad un dialogo a tema sull’Autismo e la sindrome di Asperger. L’incontro avrà luogo dalle 18.00 alle 21.00, presso AWO Begegnungszentrum (Adalbertstraße 23a, 2° piano-sala grande a sinistra).
I collegamenti metro sono U8-U1 Kottbusser Tor – Bus 140-M29.
L’incontro è gratuito, aperto a tutti, in tedesco, ma anche tradotto in italiano. Potete trovare tutte le informazioni sull’evento facebook ufficiale.
Ma cos’è esattamente l’autismo e cose la sindrome di Asperger? Ce lo ha spiegato Amelia Massetti, presidente di Artemisia.
Photo by champusuicida
Quando per un bambino arriva una diagnosi di autismo o di Sindrome di Asperger, per molti genitori comincia un lungo percorso costellato di preoccupazioni, domande e incertezze. Si presenta inaspettatamente una situazione imprevista, che suscita una serie di emozioni quali angoscia, dolore, incredulità, rabbia, paura, ansia e insicurezza.
L’autismo, che è stato studiato per quasi 60 anni, fu definito da Leo Kanner, “una forma severa di cui l’esempio tipico è il bambino silenzioso e indifferente”. Solo negli ultimi 15 anni è stato invece scoperto e studiata la condizione descritta da Hans Asperger, che ha parlato di “bambini dotati di linguaggio e in grado di partecipare attivamente alle interazioni sociali”.
Oggi, nella letteratura scientifica e tra gli esperti del settore, si discute se la Sindrome di Asperger consista in un disordine specifico caratterizzato da un profilo di abilità che non si manifesta in alcuna altra sindrome o semplicemente in una forma di autismo con un quoziente intellettivo più alto.
Sono comunque tutti abbastanza d’accordo sul fatto che l’autismo come definito da Kanner e la “psicopatia autistica” (definizione coniata da Hans Asperger e poi modificata da Lorna Wing in “Sindrome di Asperger”) siano due condizioni che rientrano nella gamma dei disordini noti come disturbi pervasivi dello sviluppo o disturbi dello spettro autistico.
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Il bambino con Sindrome di Asperger non presenta ritardi significativi nel linguaggio e nelle abilità cognitive. Non compaiono inoltre ritardi rilevanti dal punto di vista clinico nelle abilità di cura di sé, nel comportamento adattivo e nella curiosità per l’ambiente circostante, adeguati all’età. È anche meno probabile che il profilo clinico comprenda manierismi motori e fissazione per parti di oggetti come nell’autismo, mentre può essere presente un interesse circoscritto che consuma una grande quantità del tempo del bambino, dedicato ad accumulare fatti e informazioni. Gli autori delle ricerche notavano anche che, mentre il bambino con autismo può tendere all’isolamento o a una certa rigidità di approccio sociale, nella Sindrome di Asperger può essere presente una motivazione alla socializzazione, messa però in atto con modalità spiccatamente eccentriche, unilaterali, verbose o indelicate.
C’è consenso generale sul fatto che i bambini con Sindrome di Asperger possono non presentare alcun ritardo cognitivo evidente nella prima infanzia. Alcuni possono anzi essere molto precoci o dotati, per quanto riguarda l’apprendimento della lettura, le abilità numeriche e alcuni aspetti della memoria costruttiva. Nel bambino con autismo si può invece riconoscere un ritardo nello sviluppo delle abilità cognitive fin dalla prima infanzia e formulare la diagnosi già dall’età di 18 mesi, con età media, alla diagnosi, di cinque anni.
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L’esperienza clinica e la ricerca hanno confermato che, in termini di profilo comportamentale nell’infanzia, persone affette da autismo ad alto funzionamento e da Sindrome di Asperger si presentano in modo molto simile.
La conoscenza della sindrome di Asperger rimane tuttavia ancora molto limitata. Ad esempio, non si conosce quanto essa sia realmente diffusa, né quanto rilevante sia il rapporto tra maschi e femmine e neppure quanto sia forte l’impatto dei legami genetici nell’aumento delle probabilità di trovare le stesse condizioni fra la parentela.
A quanto pare le ricerche sulle differenze cliniche non sono ancora definibili e spesso nel quadro clinico incide anche il fattore finanziario in quanto la Sindrome di Asperger non è considerata aggravante come nel caso di autismo a basso funzionamento.
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I genitori sono esortati ad essere cauti e ad usare un approccio critico verso le informazioni ricevute. Fondamentalmente, nessun tipo di etichetta diagnostica riassume le caratteristiche di una persona
Un intervento precoce aumenta le probabilità di successo della terapia e, per ogni bambino autistico, permette di raggiungere il massimo potenziale di autonomia e conoscenze, agevolandone così la vita da adulto. In mancanza di terapia o in caso d’intervento tardivo, le possibilità per una vita autonoma si riducono fortemente.
In realtà, studi scientifici rigorosi dimostrano che un intervento comportamentale intensivo è in grado di migliorare le capacità relazionali, comunicative e di autonomia dei ragazzi autistici, favorendone una migliore qualità di vita.
Ovviamente sono indispensabili una formazione specifica e una buona esperienza pratica, per poter operare e comprendere adeguatamente ogni persona autistica.
Conoscere lo stile di pensiero del bambino con autismo è importante, per insegnanti e genitori, al fine di comprenderne i punti di forza e sfruttarli nell’insegnamento. Troppo spesso, gli educatori si impuntano sui deficit e trascurano di sviluppare le vere potenzialità del bambino. Ma concentrarsi solo sui deficit degli studenti con autismo/Asperger ad alto funzionamento non è utile per prepararli al mondo reale che li attende fuori dalla scuola, mentre in realtà la maggior parte delle persone nello spettro autistico può acquisire competenze spendibili nel mercato del lavoro.
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I pensatori visivi, ad esempio, spesso amano le arti figurative, giocare con mattoncini come i Lego e sono tendenzialmente bravi a disegnare, già a partire dalla terza-quarta classe della scuola primaria. Si lasciano inoltre coinvolgere facilmente in progetti che offrono opportunità di apprendimento pratiche. Di conseguenza, i pensatori visivi hanno spesso successo nelle professioni artistiche, nel design, nella fotografia o nell’ingegneria industriale.
I pensatori per modelli hanno forti capacità associative e spesso sono molto bravi in matematica e musica, riuscendo a vedere relazioni e schemi fra numeri e suoni. Nella scuola primaria, alcuni di questi bambini mostrano ottime doti con gli strumenti musicali.
Una scuola inclusiva dovrebbe permettere ad ognuno di trovare lo spazio per esprimersi e apprendere in un contesto accogliente, pensato e progettato per tutti.
Questi temi e molti altri verranno trattati nell’incontro del 2 aprile, nell’ambito del quale Artemisia ha invitato Vanessa Thauer, assistente sociale e pedagoga sociale, che ha lavorato per diversi anni sia in campo familiare, ma anche come accompagnatrice e supervisore di viaggi per adulti organizzati dalla Lebenshilfe.