Woodworm Festival Berlin: recensione del concerto di Motta, Campos e La Rappresentante di Lista
Articolo e foto di Caterina Gili
Speriamo proprio che questo festival diventi una consuetudine nella vita mondana degli italiani a Berlino e non solo. Un evento che, come si poteva prevedere solamente leggendo la lista degli artisti partecipanti, ha velocemente raggiunto il sold out per le sue due serate presso il famoso club Bi Nuu di Berlino.
Woodworm, una delle etichette e management indipendenti più importanti in Italia, in collaborazione con Megaherz Booking Agency Berlin, ha proposto lo scorso weekend sul palco berlinese molti artisti tra i più noti del panorama indipendente italiano, per una due giorni di musica totalmente “made in italy”: Giancane, Fast Animals and Slow Kids, I Ministri, Andrea Appino, Mùsica Mata, Campos, La Rappresentante di Lista e Motta.
Noi abbiamo partecipato alla seconda serata, che si è tenuta domenica 9 Dicembre e ha visto esibirsi i Campos, La Rappresentante di Lista e Motta.
La Campos band, che compone pezzi ed è attiva tra Pisa e Berlino, è stata la prima ad esibirsi e a trasportare lentamente il pubblico verso un mood malinconico, idilliaco e romantico con uno stile garbato ed emotivo, fatto principalmente di folk, pop ed elettronica. Decisamente un ottimo inizio, che ha rilassato e preparato il pubblico al ritmo, invece intensamente serrato, del combo La Rappresentante di Lista.
Sin dai primi istanti la band, che ha sottolineato la sua lontananza dai fan, durata fin troppo a lungo, ha deciso di regalare al pubblico una performance a dir poco esplosiva, fatta di una sorta di melodramma elettronico di accompagnamento a testi cantautorali davvero visionari.
Le canzoni appartenevano quasi tutte al nuovo album “Go Go Diva“, uscito il 14 Dicembre, e hanno avuto fin da subito un riscontro potentissimo sul pubblico del Bi Nuu.
La performance è stata davvero stramba, termine che la band stessa ha scelto per definirsi, anche se è davvero difficile parlare di definizioni, quando si assiste ad uno show così chiaramente oltre ogni genere.
Parliamo infatti di una sorta di pop teatrale, elettronico, a tratti dubstep, queer e con un look quasi da “supereroi anni ‘80”, che ha decisamente stregato e conquistato la sala.
Dopo i primi due live act, si sono abbassate le luci e la musica ha iniziato a “mangiare” il palco e a mostrarsi come protagonista nella performance dell’ultimo artista: Francesco Motta. Ritmo lento e poi calzante che ha poi finito per esplodere, coerente con lo stile di questo artista a tutto tondo, che è cantante, polistrumentista e autore di testi.
Francesco Motta ha scelto molto bene la sua band, che ha eseguito ciascun brano in maniera spudoratamente coinvolgente. La folla era totalmente dentro il mood dei pezzi sin dall’inizio, ma Motta ha chiesto di più, incitando il pubblico e urlando con tutta la sua forza “Daje raga!”, connettendosi subito a ogni supporter, diventando di fatto uno di loro, uno che voleva divertirsi nella stessa pista. Connessione stabilita, la serata è definitivamente decollata.
È uno stile, quello di Motta, che va dal rock al folk, senza mai abbandonare con imbarazzo il pop, il quale al contrario diventa strumento usato in modo magistrale permettendo uno scambio sincero e diretto con il pubblico. Un pubblico che, durante il concerto del 9, ha iniziato a saltare ad occhi chiusi, lasciandosi travolgere dalle parole e da suoni corposi e densi, perfettamente amalgamati con i testi e le voci stesse dei fan, che hanno cantato instancabilmente insieme a Francesco.
La serata è trascorsa davvero molto velocemente e la band è arrivata all’ultimo pezzo, ma a quel punto c’è stata una sorpresa. Un altro artista è infatti comparso sul palco, per suonare “Roma stasera”: si tratta di Andrea Appino, frontman degli Zen Circus, che ha regalato al suo amico Motta una performance piena di carattere. Non ci poteva essere finale migliore, per questo festival.
Insomma, un evento pazzesco, che speriamo davvero si ripeta presto, magari anche in versione primaverile o estiva.