Agli inizi di dicembre, un’enorme operazione antimafia ha coinvolto le forze investigative di Italia, Germania, Belgio e Olanda e portato all’arresto di dozzine di persone legate alla ‘Ndrangheta tra Sudamerica ed Europa (la polizia italiana parla di 90 arresti in totale). L’Europol ha parlato di un attacco decisivo a una delle organizzazioni criminali italiane più potenti del mondo.
In Germania l’operazione ha riguardato soprattutto la Renania, la regione della Ruhr e la Baviera, ma ha gettato una luce sinistra sul radicamento della N’drangheta all’interno dell’intera nazione.
Numerosi sono stati gli arresti e diverse le perquisizioni in ristoranti, appartamenti e uffici, come riportato dall’Ufficio Federale di polizia criminale di Wiesbaden e riferito dalla DPA.
Le operazioni sono state supportate anche dalle teste di cuoio della GSG9, unità addetta ad operazioni anti-terrorismo nazionali e internazionali. In tutto sono stati impiegati 200 agenti federali e 140 agenti speciali.
A Pulheim, vicino Colonia, è stato arrestato il proprietario 45enne di un ristorante-pizzeria a cui è contestato, stando a RP Online e alla DPA, il reato di associazione a delinquere di stampo criminale e traffico di cocaina su larga scala. Perquisita anche una gelateria di Duisburg.
I reati rilevati in generale sono, finora, riciclaggio di denaro sporco, traffico internazionale di cocaina, corruzione e violenza.
Gli investigatori hanno anche lanciato un allarme generale relativo al radicamento della ‘Ndrangheta all’interno della Germania, che sarebbe ormai una casa-base, soprattutto per quanto riguarda il porto di Amburgo, per numerose operazioni malavitose.
Ci sono inoltre meno sparatorie per strada ma più inflitrazioni nelle istituzioni e capire questo è molto importante, per poter comprendere la natura e l’evoluzione di un fenomeno tanto ramificato e nocivo. A differenza che in Italia, inoltre, in Germania non c’è una specifica legislazione antimafia e questo indubbiamente complica la gestione del problema.