Manifestazione neonazista a Berlino: le marce in memoria di Rudolf Hess e la reazione dei Berlinesi

Photo by b1mbo
manifestazione neonazista
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di Sara Bolognini

È sabato 18 agosto e molte stazioni della S-Bahn a Berlino sono presidiate dalla polizia, in particolare Lichtenberg e Ostkreuz, ma non solo. Decine sono i membri delle forze dell’ordine che occupano la banchina e si può percepire un’atmosfera cupa. Guardando fuori dai finestrini del treno si vede un’adunata di persone che marcia sventolando bandiere a strisce nere, bianche e rosse. Sono bandiere neonaziste.

Ogni anno a fine agosto i neonazisti si radunano per commemorare l’anniversario della morte di Rudolf Hess, che ha giocato un ruolo importante nella storia della Seconda Guerra Mondiale come vice di Hilter e che si è suicidato il 17 agosto 1987 nella prigione di Spandau.

La manifestazione di quest’anno ha avuto due punti cruciali: Spandau e la parte est della città, partendo da Platz der Vereinten Nationen e passando poi per Landsberger Allee e Frankfurter Allee, per concludersi alla stazione di Lichtenberg.
Questa volta i riferimenti a ideologie di estrema destra non sono velati: si tratta di un evento dichiaratamente e apertamente neonazista. Secondo i dati della polizia, i partecipanti sono stati circa 500 per ogni manifestazione. Questo numero dimostra che ai giorni nostri ancora in molti sostengono l’ideologia nazista.

Confortante è stata però la reazione dei cittadini, che hanno a loro volta organizzato proteste contro queste manifestazioni, proteste che hanno accolto un numero molto superiore di partecipanti. Queste manifestazioni si sono concentrate soprattutto a Spandau, ma si sono svolte anche in altre parti della città, come ad Alexanderplatz, e secondo quanto riportato dalla Berliner Zeitung pare che la più grande abbia visto presentarsi ben 4000 partecipanti.

La polizia stessa ha negato ai neonazisti il permesso di manifestare nei pressi delle ex prigioni di Spandau, come invece avrebbero voluto. Vietati sono state anche uniformi, striscioni, cori o qualsiasi inno al nazismo, alla violenza e alla glorificazione di Hess. Impossibile è stato, tuttavia, vietare la manifestazione stessa. La libertà di riunione è infatti un diritto assicurato dalla legge tedesca. A questo punto il riferimento al paradosso della tolleranza di Popper è d’obbligo: una società caratterizzata dalla tolleranza indiscriminata rischia di essere dominata da frange intolleranti presenti al suo interno.