di Sara Bolognini
Giubbotti di salvataggio color arancio hanno invaso il distretto di Mitte, ieri pomeriggio, come riportato, tra gli altri, dal Berliner Morgenpost. E più in generale migliaia di persone, in tutta la Germania, si sono raggruppate per manifestare la propria solidarietà verso i rifugiati che ogni giorno sbarcano sulle coste europee, sotto il motto Seebrücke statt Seehofer (ponti sul mare al posto di Seehofer).
Il riferimento esplicito è, appunto, a Horst Seehofer, ministro degli interni, leader del partito bavarese di destra Csu e il più grande avversario della cancelliera Angela Merkel sul tema delle politiche migratorie.
Quello che i manifestanti hanno richiesto è stato sostegno per le operazioni di salvataggio in mare e vie di fughe più sicure per i migranti.
La manifestazione ha avuto luogo parallelamente anche in altre città, tra le quali Lipsia, Brema e Francoforte. Timo Fischer, che fa parte dell’organizzazione Seebrücke, ha dichiarato che solo a Berlino si aspettavano circa 700 manifestanti, ma che se ne sono presentati molti di più. Muovendosi da Alexanderplatz alla Porta di Brandeburgo, molti di loro hanno mostrato giubbotti di salvataggio o abiti di colore arancio. Gli slogan sui loro cartelloni recitavano “Fermate le morti nel Mediterraneo” e “Immaginati che sia la tua famiglia a sedere in quelle barche”.
Mentre Angela Merkel decide di scendere a compromessi con il conservatore Horst Seehofer, accantonando la politica di apertura verso i rifugiati che fino ad ora ha caratterizzato la Germania, il barcone “Lifeline” è sbarcato nel Mediterraneo con più di 200 migranti, senza averne il permesso.
Le guardie costiere hanno dichiarato di avere il dovere morale e giuridico di rispondere ad ogni SOS, perché prima di essere migranti, stiamo parlando di vite umane.
Troppo spesso questo viene dimenticato, e la manifestazione di ieri ha esplicitamente cercato di farlo ricordare.