Il Ponte aereo: 70 anni fa la mossa che salvò Berlino Ovest
Testo e Fotografie di Lorenzo Barsotti
“Quando iniziò il Ponte aereo la gente lo accolse con incredibile entusiasmo e pensava: perché non dovrebbe funzionare? Hanno sganciato così tante bombe su Berlino, dovrebbero essere in grado di lanciare anche delle patate”.
Parole pronunciate da Ella Barowski, membro del consiglio comunale di Berlino Ovest dal 1946 al 1948 e aderente al partito FDP – Freie Demokratische Partei. Oggi sono trascorsi 70 anni dall’inizio di quell’azione, passata alla storia proprio come il Ponte aereo di Berlino, e che di fatto salvò il settore occidentale.
Premessa: il Blocco di Berlino
I Sovietici, per riuscire ad ottenere l’intero controllo della città, misero sotto assedio Berlino Ovest Il 24 giugno 1948, interrompendo la fornitura di energia elettrica a fabbriche e uffici e bloccando tutte le strade principali, i collegamenti ferroviari e i canali, tagliando quindi qualsiasi connessione tra il settore e la Germania occidentale. La consegna delle 12.000 t di cibo e di carbone fornite giornalmente dall’Occidente a Berlino Ovest diventò impossibile.
Il Ponte aereo
Il Ponte aereo fu un’azione intrapresa il 25 giugno 1948 dagli Stati Uniti e dai loro alleati, Francia e Gran Bretagna, che permise di contrastare il Blocco di Berlino. Centinaia di aeroplani, chiamati affettuosamente “Rosinenbomber” – bombardieri d’uva passa – dalla popolazione locale, trasportarono un’enorme varietà di provviste, carbone, medicinali e altri generi di prima necessità sorvolando tre corridoi aerei fino agli aeroporti di Berlino, Tempelhof e Gatow. Gli idrovolanti invece atterravano sul Lago Havel. Un ruolo di primo piano nella gestione americana del blocco lo ricoprì il comandante delle truppe di occupazione statunitensi, il generale Lucius Dubignon Clay, “Padre del ponte aereo di Berlino”. L’operazione, denominata Operation Vittles dagli Statunitensi e Plain Fare dagli Inglesi, ebbe una durata di 462 giorni e si concluse il 12 maggio 1949, quando l’Unione Sovietica tolse il blocco, comprendendo di aver fallito nel loro intento di estromettere Inglesi, Americani e Francesi da Berlino.
FOTO 001 – L’aereo Douglas C-54 Skymaster, usato dagli Statunitensi, presso l’aeroporto Tempelhof di Berlino.
I numeri del Ponte aereo
Decolli e atterraggi si susseguirono incessantemente, 24 ore su 24, per 11 mesi consecutivi. Ogni aereo trasportava 9 tonnellate di rifornimenti e i piloti impegnati compivano anche 3 missioni al giorno. Lo scarico del velivolo avveniva in circa 7 minuti. Durante la Pasqua del 1949 vennero aviotrasportate 13.000 tonnellate di rifornimenti in 24 ore. Un’importante mole di lavoro che fornì un impiego a migliaia di Berlinesi presso gli aeroporti della città. In totale furono effettuati 277.264 voli e trasportate a Berlino oltre 1,8 milioni di tonnellate di cibo, carbone e altri beni. Considerata l’alta frequenza dei voli, purtroppo vi furono anche alcuni incidenti con vittime. In tutta questa vicenda però vi furono anche momenti teneri, grazie all’idea del pilota Gail Halvorsen, conosciuto come “Berlin Candy Bomber” – il bombardiere di caramelle. Il militare statunitense, che desiderava alleviare le sofferenze dei bambini in un periodo così difficile, riuscì a sganciare 250.000 paracadute con attaccati dolciumi di ogni tipo.
Conseguenze
Anche se l’Occidente aveva vinto, come dichiarò la stessa Ella Barowski, la fine del Blocco di Berlino non sancì la fine della Guerra Fredda. Il successo del Ponte aereo invece favorì la decisione di istituire un’alleanza del mondo occidentale contro la percepita minaccia sovietica. Il trattato istitutivo della NATO, il Patto Atlantico, fu firmato il 4 aprile 1949 ed entrato in vigore il 24 agosto dello stesso anno.
Il monumento “Hungerharke”
Il monumento del Ponte aereo, progettato dal professor Eduard Ludwig, è stato inaugurato il 10 luglio 1951 presso Platz der Luftbrücke, a Berlino. I tre spuntoni del “Hungerharke”, ovvero forca della fame, così come è chiamato nel linguaggio popolare, simboleggiano i tre corridoi aerei. I nomi dei piloti, copiloti, operatori radio e addetti ai trasporti che hanno perso la vita durante il Ponte aereo sono incisi sulla base del monumento.
FOTO 002 – A sinistra il monumento “Hungerharke”. A destra la targa dedicata al generale Lucius Dubignon Clay.