AperturaInterviste

Berlino è ancora il posto giusto per fare musica elettronica – Intervista a Fabrizio Rossi

fabrizio rossi masterclass musica elettronica

-Articolo sponsorizzato

Berlino è considerata da molti la capitale mondiale della musica elettronica e, ancora oggi, tantissimi giovani musicisti vengono da tutto il mondo a cercare successo nei suoi molti club. A breve, alla già vasta offerta di eventi, si aggiungerà una masterclass in lingua italiana, dedicata a chi voglia imparare i fondamenti della produzione di musica elettronica. Fra i promotori e docenti dell’iniziativa c’è Fabrizio Rossi, produttore, arrangiatore e sound designer dall’esperienza ventennale. Fondatore del progetto Fire at Work, combo di sperimentazione ritmica e sonora di matrice industriale, grazie al quale nel corso degli anni ha pubblicato lavori discografici per etichette italiane e straniere. La sua esperienza come docente è internazionale quanto quella da musicista: oltre ad avere all’attivo numerosi workshop e masterclass, collabora dal 2018 con Phonica School di Milano e con la Play Deep School di Londra. Abbiamo parlato di musica elettronica, di Berlino e di cosa vuol dire imparare a dominare il suono, in tutte le sue forme.

Come ti sei avvicinato alla produzione musicale in generale e all’elettronica in particolare?

Ho cominciato studiando pianoforte all’età di 14 anni. Dopo alcune esperienze come tastierista mi sono focalizzato sulla produzione di musica elettronica nella seconda metà degli anni ‘90. Il passaggio è avvenuto in maniera naturale, da una parte il sintetizzatore a tastiera rappresentava un’alternativa economica al pianoforte, dall’altra nella “composizione del suono” ho immediatamente riconosciuto la possibilità di concretizzare la mia inclinazione alla ricerca e alla sperimentazione del linguaggio musicale.

La reputazione di Berlino come uno dei templi dell’elettronica in Europa perdura ormai da decenni: come è cambiata la scena negli ultimi anni? Quali sono le realtà più interessanti del momento?

Considero l’evoluzione della scena elettronica berlinese strettamente connessa a quella della città stessa. Il processo di gentrificazione del territorio è un dato assodato, mentre si fatica a comprendere quanto le stesse dinamiche abbiano interessato anche i percorsi culturali che lo hanno attraversato in questi anni. La sfida è ovviamente mettere in moto processi inclusivi, in grado di garantire la ricchezza e la differenza della proposta. Da questo punto di vista credo che Berlino possa ancora rappresentare un modello; non tanto per il potenziale aggregativo che qui il fenomeno clubbing ancora esprime, quanto per l’attenzione rivolta verso le realtà più nascoste e preziose che in questa città possono ancora trovare il proprio spazio.

La tua carriera ti ha portato a lavorare sia come musicista che come docente e anche a fondare un collettivo artistico/etichetta. Quale di queste esperienze ti appaga maggiormente?

La label è una diretta conseguenza del percorso da producer. Ci piace definirlo collettivo perché più che una semplice etichetta discografica è un terreno d’incontro tra le differenti realtà con le quali abbiamo condiviso la nostra esperienza. Per quel che concerne la didattica posso dire che considero la trasmissione e la condivisione di conoscenza un aspetto fondamentale delle nostre vite, quindi svolgo questo lavoro con la medesima passione con cui affronto la produzione musicale o mi dedico alla gestione della label.

Il corso che proponi insieme a Valerio Rossi parte da fondamenti di teoria musicale: quanto è importante la conoscenza delle forme musicali tradizionali per chi desidera avvicinarsi all’elettronica?

Senza alcun dubbio i fondamenti della teoria musicale tradizionale risultano necessari, è però altrettanto importante predisporsi ad una modalità creativa svincolata dai classici modelli d’organizzazione del materiale sonoro.

Bisogna avere delle conoscenze pregresse per avvicinarsi al vostro corso?

Bisogna avere tanta voglia e curiosità… e tempo da dedicare alla musica dopo la Master Class, ovviamente. Affronteremo gli argomenti partendo dalle basi e in un’ottica decisamente pragmatica, al fine di permettere un apprendimento veloce e di mettere altrettanto velocemente in pratica le nozioni acquisite. Ovviamente la vastità degli argomenti trattabili ci ha costretto ad una rigida selezione. Scopriremo le caratteristiche fondamentali del suono, il suo comportamento, le differenti tecniche di creazione e gestione del segnale audio e i device necessari per metterle in pratica. Concluderemo introducendo gli alunni all’utilizzo di Ableton Live, ormai lo standard più diffuso per quel che concerne le Digital Audio Workstation.

Quali sono gli step successivi che consiglieresti a un giovane musicista che abbia appena acquisito le prime competenze in ambito di produzione?

Ascoltare molta musica e produrne altrettanta. Suggerisco inoltre di valutare tutti i possibili ambiti di applicazione delle competenze acquisite, al fine di comprendere quale risulti più adatto a valorizzare le proprie inclinazioni. Una volta fissato nella condizione digitale, il fenomeno sonoro si presta a qualsiasi tipo di intervento e manipolazione, questo lo rende elemento privilegiato di contesti creativi anche extramusicali, multimediali ed intermediali che rappresentano un’ulteriore orizzonte espressivo in buona parte ancora da scoprire.

Il corso si terrà il 17 e 18 Marzo 2018, dalle 13.00 alle 19.00, presso la Geyger Art Gallery, House Schwarzenberg, Rosenthaler strasse 38, Berlino. Per iscriversi sarà sufficiente inviare una mail al seguente indirizzo: fireatwork@gmail.com. Per ulteriori informazioni sul corso consultare questo link.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio