P come Prenzlauer Berg

caffè prenzlauer berg
di Gabriella Di Cagno

2. Prenzlauer Berg (3° distretto, Pankow, oltre 397.400 abitanti)

L’antico villaggio medievale di Pankow (Alt-Pankow) viene citato per la prima volta in un documento del 1311. Il nome ha probabilmente un’origine slava, come molti toponimi berlinesi. Attualmente Pankow è il municipio “capoluogo” del grande distretto creato nel 2001, il quale raccoglie tredici frazioni (Ortsteile), a loro volta raggruppate sotto i tre principali quartieri di Pankow, Weißensee, Prenzlauer Berg. L’età media degli abitanti dell’intero distretto è poco sopra i 40 anni, con una vertiginosa caduta nel quartiere di Prenzlauer Berg, il quartiere con l’esplosione demografica più significativa in tutta Europa. Fra i nati celebri, la scrittrice Christa Wolf, alla cui morte, nel dicembre 2011, il partito della Linke dedicò un necrologio intitolato: Eine große Pankowerin ist gestorben.

L’edificazione del quartiere di Prenzlauer Berg risale invece al XVIII secolo, prima del quale la “collinetta” a ridosso del centro storico di Berlino si presentava come un insediamento di poche case e mulini a vento. Nel 1829 l’area fu incorporata nell’abitato della città di Berlino, restando tuttavia esterna alla cerchia muraria. Il quartiere è definito urbanisticamente dalle tre grandi direttrici che dal Mitte conducono verso nord: Schönhauser Allee, Prenzlauer Allee e la Greifswalder Straße ed è la parte più meridionale e quindi centrale del distretto di Pankow.
Lo sviluppo edilizio si concentrò fra il 1870 e il 1914, quando l’area fu urbanizzata con i grandi stabili in stile Guglielmino noti con il nome di Mietskaserne, ovvero edifici destinati agli inquilini di ceto proletario o piccolo-borghese, con densità abitativa molto alta e mancanza di adeguati servizi.

Questi edifici hanno caratterizzato il quartiere, destinato a zona operaia, fino alla prima guerra mondiale, quando l’edilizia residenziale ebbe, soprattutto ad opera dell’architetto Bruno Taut, una svolta moderna. Di questa pagina urbanistica e architettonica fortunatamente resta oltre il 70% dell’originale, essendo stato il quartiere risparmiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che ridussero altrimenti la città in briciole.
Con la creazione della “Grande Berlino” nel 1920, Prenzlauer Berg fu quartiere autonomo e tale rimase fino al 2001.

Durante gli anni della DDR, nel cui Stato Prenzlauer Berg si trovò incluso, il quartiere si svuotò a favore delle nuove zone residenziali periferiche, come Marzahn, dove i popolari Plattenbauten offrivano agli abitanti i comfort moderni, inesistenti negli antichi edifici ottocenteschi. Si liberarono perciò molti appartamenti, se non interi stabili, che attirarono la gioventù alternativa e ribelle dell’Est, la quale ebbe un ruolo molto importante nella Wende. Dalla metà degli anni Ottanta fu finalmente dato il via all’impegnativa opera di recupero del quartiere, trasformandolo in uno dei più grandi cantieri di ristrutturazione d’Europa e, con tale operazione, si aprì la porta alla massiccia speculazione immobiliare.

Dopo la caduta del Muro, gli edifici che appartenevano a cooperative edilizie statali vennero venduti a investitori privati che li ristrutturarono, affittandoli a canoni molto più alti o rivendendoli, causando la crescente gentrificazione. Oggi Prenzlauer Berg è diventato una zona ricercata dalla classe medio-alta, specialmente nord-europea o tedesca del sud. Le risorse finanziarie per l’adeguamento urbanistico e architettonico sono state messe a disposizione dallo Stato, da investimenti privati e attraverso leggi che hanno definito le principali zone da rinnovare come “Sanierungsgebiete”.

Ai proprietari di immobili compresi nelle aree di Helmholtzplatz, Kollwitzplatz, Teutoburger Platz, Winsstraße und Bötzowviertel sono state richieste ingenti somme di denaro come contributo alle opere di risanamento.

Vita Quotidiana

La patria degli Hipster e delle super-mamme non può non essere qui, in quello che viene definito il Kindergarten più grande d’Europa. Fra asili pubblici e privati, scuole, parchi-gioco, aree verdi e infrastrutture ideali per le famiglie, oltre a una notevole tranquillità che rende il quartiere simile a un villaggio di campagna, Prenzlauer Berg attrae ogni anno centinaia di giovani famiglie europee. Fa da coronamento ai servizi pubblici una nutrita rete di punti-vendita alimentari di un certo livello: qui sono presenti tutti i grandi e piccoli marchi del BIO, in numero di oltre una quindicina fra supermercati e negozi, oltre a un BIO-mercato settimanale. Lungo le piacevoli strade alberate con il caratteristico acciottolato, si susseguono le vetrine di eleganti quanto alternativi negozi che vendono, a prezzi piuttosto esorbitanti, arredo di design ed abbigliamento di marche sartoriali artigianali.

Wasserturm prenzlauerberg
foto di Gabriella Di Cagno

Il quartiere è famoso per i suoi locali, ristoranti, bistrot, caffè, e vi è una vasta offerta di cucina esotica, fra araba, turca, vietnamita, thai, indiana, italiana e tex-mex, in particolare intorno a Kastanienallee, Kollwitzplatz e Helmholtzplatz.

La vita notturna si concentra intorno alla Schoenhauser Allee. Questa lunga e trafficata arteria che conduce dal Mitte a Pankow è in assoluto la strada più vivace: in modo particolare all’incrocio con la Eberswalder Straße e la Kastanienallee si trova uno dei “crocicchi” metropolitani più amati dai residenti e dai turisti. Nel Kollwitz-Kiez, che prende il nome dalla omonima piazza, la Gentrifizierung ha colpito in maniera sistematica, allontanando rapidamente dal Kiez ogni ombra della sopravvissuta Berlino Est

Qui dove visse e lavorò per oltre cinquant’anni la celebre artista Käthe Kollwitz, la nuova, giovane, borghesia europea ha stabilito il suo quartier generale.

Kollwitz Kiez, prenzlauerberg
foto di Gabriella Di Cagno

La “deutsche vita” scorre tranquilla fra una lunga sosta al caffè per bere un “latte macciato” e le ore trascorse allo Spielplatz per accompagnare i pargoli ed incontrare gli altri genitori.

Spielplatz prenzlauerberg
foto di Gabriella Di Cagno

Le giovani famiglie si muovono in bicicletta o, per meglio dire, in carrozza.

carrozzine
foto di Gabriella Di Cagno

Tali sono i mezzi per trasportare i bambini da una parte all’altra del quartiere. In ogni caso, la passione per l’oggetto a due ruote è testimoniata dalla presenza di negozi per amatori, che espongono nelle vetrine accessori costosissimi di stile retrò.

bicimania
foto di Gabriella Di Cagno

I berlinesi detestano profondamente la classe di agiati creativi e intellettuali che ha traslocato dal ricco Sud del Paese in questo quartiere, in cerca di libertà e atmosfere cool: i bavaresi e i badensi vengono qui sinteticamente e con disprezzo designati “Schwaben” (Svevi). Chi volesse farsi un’idea di questo cliché delle Öko-Yuppie-Familien può guardare gli esilaranti video “die Prenzlschwäbin”, un programma ideato dall’attrice Bärbel Stolz e disponibile in internet.

Ma esiste un’altra anima, in Prenzlauer Berg, quella della fase DDR, ancora riconoscibile nella zona più a nord-est del quartiere, precisamente a nord della Danziger Straße, in direzione Weißensee, a partire dall’isolato che ospita il parco con il grandioso monumento a Ernst-Thälmann, realizzato nel 1986 sull’area delle vecchie officine del gas. Il complesso comprende anche teatri e centri culturali, il planetario Zeiss, una piscina coperta ed edifici residenziali.

Ernst-Thälmann-Park prenzlauerberg
foto di Gabriella Di Cagno

Da qui, il volto del quartiere appare molto più simile a quello del confinante e più “normale” Weißensee, tranquilla, se non sonnacchiosa, zona residenziale ancora intensamente abitata da cittadini Ossis.

Plattenbauten prenzlauerberg
foto di Gabriella Di Cagno

Cosa Visitare

Jüdische Friedhof. Schönhauser Allee 23: nel cimitero ebraico inaugurato nel 1827 ci sono oltre 22.500 lapidi e 750 tombe di famiglia, tra cui la tomba di David Friedländer, Max Liebermann, Leopold Ullstein, Ludwig Bamberger, Eduard Lasker e Giacomo Meyerbeer.

Mauerpark. Al confine con il quartiere di Wedding vi è un tratto di area pubblica verde chiamato Mauerpark. Come dice il nome, il “parco del Muro” si è sviluppato sulla superficie che un tempo era il confine della DDR, fra Prenzlauer Berg e Wedding. Si tratta della prima zona di confine, o “striscia della morte”, tra la parte Est e la parte Ovest di Berlino. Prima della guerra il terreno era il sito di una stazione merci, e dopo la riunificazione la zona è stata trasformata in un parco pubblico, che ospita il mercato delle pulci settimanale e concerti all’aperto.

Wasserturm. Fra la Knaackstraße e la Rykestrasse si colloca una piazza al cui centro sono le due torri dell’acqua ottocentesche. Si tratta dei due serbatoi con la riserva idrica del quartiere prima della realizzazione del moderno acquedotto. Oggi non più in funzione, costituiscono una delle attrattive turistiche, insieme al frequentato giardino con collinetta circondata da roseti e vigne.

KulturBrauerei. in Schönhauser allee 36 si trova un complesso di edilizia industriale costruito nella metà del XIX° secolo per la produzione della celebre birra Schultheiss, funzione alla quale è stato adibito fino al 1967. Consiste in cortili e edifici che occupano circa 25.000 metri quadrati, oggi riconvertito in spazio multiuso per eventi culturali e ricreativi, con ristoranti, bar, negozi, teatri e locali, e riconosciuto “monumento protetto” dal 1974.


Leggi anche:
B come Berlino, i quartieri: Steglitz

 


FONTI E BIBLIOGRAFIA
Eine Runde Berlin: Streifzüge durch die Kieze, (vari articoli) in Der Tagesspiegel

Daniela Dahn, Prenzlauer Berg-Tour, Berlin 2001, 2.a ed. 2010

www.tagesspiegel.de/berlin/berlin-prenzlauer-berg-mit-der-prenzlschwaebin-unterwegs-um-den-helmholtzplatz/20517244.html

I quartieri di Berlino: Pankow, di Emanuela Barbiroglio ne Il Mitte, 18 settembre 2013

I quartieri di Berlino: Prenzlauer Berg, di Andrea Bonetti ne Il Mitte, 23 gennaio 2013

La rubrica B come Berlin intende dare ai nuovi berlinesi le informazioni sui dodici distretti e vari quartieri che formano la città metropolitana di Berlino. Una lettura attuale, storica, culturale, senza pretese di esaustività, di analisi socio-antropologiche, ma anche senza tabù. Con immagini originali e sopralluoghi. E talvolta anche raccontini divertenti.

Note sull’autrice: Gabriella Di Cagno (Bari 1961) si è trasferita a Berlino nel 2007. È autrice con Simone Buttazzi del manuale “Tutti a Berlino”. Guida pratica per italiani in fuga, 2.a ed. 2014, ed è co-fondatrice della associazione Apulier in Berlin. Collabora dal 2014 con Il Mitte, dove ha pubblicato alcuni contributi di utilità per l’orientamento dei neo-berlinesi.

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