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La direttrice dell’IIC di Amburgo: con Berlino un’apertura verso le nuove generazioni

Amburgo

di Lucia Conti

Abbiamo intervistato Nicoletta Di Blasi, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo. Abbiamo parlato della sua storia personale, del suo impegno alla guida dell’Istituto e del rapporto con le istituzioni di Berlino e i nuovi progetti che stanno prendendo corpo.

Salve dottoressa, intanto le faccio i complimenti, è decisamente giovane! Quanti anni ha?

Sto per compiere 37 anni e per me è una splendida esperienza cominciare ad Amburgo, la prima sede all’estero!

Da quanto tempo si è insediata?

Da quasi sette mesi.

Qual è stata, prima di questo incarico, la sua esperienza professionale?

Sono dottore di ricerca in storia dell’arte e quindi ho esperienza nell’ambito museale e della valorizzazione del patrimonio. Per questo motivo ritengo Amburgo un’ottima palestra per me, una palestra che mi consente di testare argomenti che mi stanno molto a cuore.

Posso chiederle da dove viene?

Sono napoletana, per nascita e per formazione. Ho studiato e mi sono addottorata a Napoli e ho studiato argomenti di storia dell’arte meridionale perché c’è ancora tanto da fare, anche a livello di studio artistico nel meridione.

A chi cerca di rivolgersi l’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo? 

Io credo che la cultura italiana sia ormai alla ricerca di un equilibrio essenziale tra una tensione al rinnovamento e una tradizione prestigiosa e importante che la caratterizza e questo si sta compiendo attraverso occasioni di confronto, studio e sperimentazione. In questo processo i giovani svolgono un’azione fondamentale, sia perché offrono un osservatorio nuovo sulla cultura italiana e sia perché sono in grado di attrarre un pubblico di una fascia d’età che sicuramente si sta trasformando. C’è da lavorare molto, perché c’è sempre la necessità di variegare il nostro uditorio.

Conosce l’iniziativa di Berlino “L’Ambasciata incontra i giovani…”, nata per creare una rete e dare consigli utili? Avete fatto esperimenti simili? Ed esiste la possibilità di una collaborazione tra le due istituzioni?

Assolutamente sì! Noi, come sa, agiamo a livello di rete e questo è uno degli aspetti più interessanti del nostro lavoro, vale a dire quello di realizzare che siamo attivi sul territorio e nel caso della Germania in modo particolare, perché siamo, per fortuna, molto presenti. In questo senso agire come rete di contatti e di scambio di esperienze è per noi fondamentale. Amburgo è inoltre anche la sede più vicina a Berlino e abbiamo attivato da sempre una forte collaborazione. Questa iniziativa per me è proprio un segnale che indica chiaramente la direzione che stiamo seguendo, quella di aprirci a un pubblico giovane, e uno dei casi più interessanti di messa in pratica di quest’apertura alle nuove generazioni. Lo scopo finale è senza dubbio fornire ai giovani degli strumenti per intervenire nel mondo della cultura e nella società.

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