I Only Come Out At Night: Kill Melancholia
Un turbine di eventi e sentimenti deboli, avvolge, sconvolge, confonde. Forse sto rimettendo piede sul cemento. Ho provato così poco piacere in vita mia, che anche da questo patetico delirio ne esco immune. Dalla camera da letto l’eco lontana di un brano dei Madrugada, in salotto una delle finestre è spalancata da due ore, è autunno e fuori deve essere freddo, sento le foglie struscire tra loro, c’è vento. Un ronzio sovrasta tutto, gli acufeni. Mi sveglio al mattino con il ronzio assordante. Percepisco nella cavità orale un’afta formarsi. Sono diventato delicatino, se lo spazzolino tocca un qualunque altro oggetto, devo buttarlo. Se bevo dal bicchiere di qualcuno, se mi metto le mani in bocca… so cosa potrebbe essere stato. Al risveglio, ultimamente, ho mal di testa. Negli ultimi giorni non è andato via che nel tardo pomeriggio/prima serata. Lavoro così tanto che non posso permettermi di bere tanto o fare follie di alcun genere, non capisco. Sono davvero iper-controllato. Gli occhi mi bruciano, ormai posso usare soltanto lenti a contatto giornaliere. Sono molto malinconico, stanco. Ci sono le cose che vanno fatte e basta, facciamole. Lavo i piatti, metto in ordine. Al lavoro una delle ragazze nuove si stupiva di come io potessi riuscire ad essere di buon umore mentre letteralmente mi facevo in quattro. Ad un certo punto mi ha abbracciato da dietro ed ha detto “ich habe dich Lieb”. Mi ha fatto tenerezza, le ho risparmiato il solito “no, non è così ed è giusto non sia così”.
Imprevisti, pettegolezzi, retroscena, le solite stronzate della scena di una qualunque capitale. È venuta in visita una bellissima performer, abbiamo concordato che io avrei indossato i suoi mini pantaloni senza biancheria, abbiamo chiamato un taxi, e siamo andati allo Zur wilden Renate, io pensavo ci fosse un evento specifico, ma mi sbagliavo. Con noi anche uno dei miei capi, che diceva “voi siete pazzi!”. Arrivati abbiamo trovato una discreta fila. Gesù, ma la gente non ha una vita? Sembra nessuno lavori, in questa città. L’amica ha fatto una telefonata, abbiamo scavalcato la fila e ci hanno dato un pass. All’interno ho ritrovato un ragazzo che una volta fece una prova al club dove lavoro io. Il mio (ex) bar manager lo trattò di merda, io mi misi in mezzo, lo avrei fatto pur se non fossi stato second in charge. A fine serata il bar manager mi disse che “dopotutto lui era ancora il mio capo e allora io dovevo stare zitto”. Oh my, oh my! Un buon leader non ha bisogno di alzare i toni. A quanto ne so, lo si vede di notte per parchi, o in localacci a servire drink, noi non parliamo da mesi. Io non ho cambiato lavoro, aber. Gli mando sempre calorosi ed affettuosi saluti.
Un tipo qualunque che lavora nel campo della moda mi ha contattato recentemente per un casting. C’è stata una sfilata all’Arena Club. Questo non si è nemmeno presentato. La gente deve probabilmente essere disperata e in cerca di attenzioni, e partecipa ad eventi simili oltrepassando qualunque richiesto convenevole. L’educazione innanzitutto! Non ho risposto. Conosco una delle modelle, probabilmente è tramite lei che lui mio ha avuto il mio nome. Lei aveva iniziato a lavorare con me, ma si sono susseguiti un paio di episodi spiacevoli, anche minori, nulla di personale. Io non ho di fatto mai lavorato con lei, ma sapete, una di quelle situazioni tipo “non faccio altro che cercare droga ma adesso faccio buttare fuori quel tipo che è in bagno”. Il tipo non ero chiaramente io, ma so chi era. Io e lui abbiamo litigato, ma non potevo permettere questa patetica scena avesse luogo. E allora è tutto un giocare agli scacchi. I’m sorry, I’m not sorry.