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JT Leroy, l’icona che ha preso in giro tutti. A Berlino il documentario che spiega come

JT Leroy

Il “caso JT Leroy” è stato la dimostrazione di quanto sia facile fabbricare icone pop manipolando le masse, a volte letteralmente sulla base del nulla.
Negli anni novanta, per esempio, a un certo punto cominciarono a circolare negli ambienti cosiddetti “alternativi” i racconti autobiografici di J.T. Leroy, teenager androgino e avvolto da un alone impenetrabile di mistero. Di lui si diceva fosse un ex sex worker diventato scrittore perché convinto da uno psicoterapeuta a trasferire su carta i suoi traumi, il suo passato e il suo rapporto distorto e distruttivo con la madre Sarah, prostituta e tossicodipendente.
Proprio il malsano legame tra JT e Sarah, fatto di odio, amore malato e dipendenza, divenne presto il focus dell’intera narrazione di Leroy. Erano gli anni novanta e il pubblico non resisteva al pulp, al decadentismo punk e alla mistica della dannazione. Il successo del personaggio e dei suoi libri era la cosa più scontata che potesse capitare e infatti non tardò ad arrivare.


Il primo romanzo pubblicato da JT Leroy, “Sarah”, divenne presto un best seller. In questa opera prima il ragazzo raccontava in modo abrasivo e a volte violentemente poetico la storia della sua infanzia devastata, vissuta tra dipendenze e abusi di ogni tipo.
Venne quindi pubblicato, sempre sullo stesso argomento, “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa“. Ispirandosi a questo secondo romanzo Asia Argento realizzò l’omonimo film, che vide la partecipazione di Marilyn Manson, Peter Fonda, Winona Ryder e Michael Pitt.

Intanto J.T. Leroy cominciò a farsi vedere in pubblico e a presentare i suoi libri in tutto il mondo.
In queste circostanze indossava sempre una parrucca, un cappello e degli occhiali da sole, parlava quasi sussurrando e mostrava un contegno sempre molto reticente. Lo accompagnava ovunque Laura Albert, la sua agente, nonché la donna che dichiarava di averlo aiutato a superare i suoi problemi peggiori.
La storia del giovanissimo scrittore, intanto, affascinava non solo il vasto pubblico dei lettori, ma anche celebrità come Bono, Madonna, Lou ReedCourtney Love e i Garbage, che addirittura scrissero un pezzo ispirato a lui, “Cherry Lips”.

In tutto questo c’era solo un piccolo particolare invalidante: J.T. Leroy non esisteva.

L’intera operazione era infatti un’abile invenzione di Laura Albert, finta agente di Leroy nonché vera autrice dei suoi scritti e romanzi.
La persona che appariva in pubblico, impersonando il giovane scrittore, era in realtà Savannah Knoop, sorella del compagno della Albert. Quest’ultima aveva ideato la messinscena perché sapeva che i racconti di una quarantenne ex aspirante rockstar non avrebbero avuto alcun appeal, mentre  lo avrebbero avuto quelli di un teenager bello come un angelo dannato e con una storia di eccessi tutta da raccontare. In poche parole riuscì a conquistare un ambiente sensibile a un certo tipo di narrativa punk dando ai lettori tutti gli stereotipi che cercavano e le illusioni di cui avevano bisogno. Di fatto, aveva capito tutto.

Il documentario “Author: the JT Leroy story“, di Jeff Feuerzeig, parla proprio di questo e verrà proiettato a Berlino venerdì 11 agosto, dalle ore 20:00 alle ore 23:00 circa, presso il Berliner Union Film Campus, in Oberlandstrasse 26-35, 12099.
Nel documentario verrà ricostruita e spiegata l’intera finzione. Ci saranno inoltre cameo di Courtney Love, Winona Ryder e altre celebrità che in quegli anni si avvicinarono a Leroy, ma non quello di Asia Argento, che pare si senta ancora molto ferita e offesa.
Ovviamente nel documentario ampio spazio sarà lasciato a Laura Albert, che esprimerà il suo punto di vista e farà luce su una vicenda gustosa e a tratti imbarazzante, soprattutto per chi ha creduto ciecamente alla buona fede degli attori principali.

Il Berliner Union Film Campus è proprio di fronte all’ex aeroporto di Tempelhof e la proiezione è in cooperazione con la Berlin Film Society.
Potete trovare nell’evento facebook ufficiale altre informazioni utili.

Qui sotto invece potete guardare il trailer del documentario:

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