Il primo agosto, a Berlino, è stato lanciato un progetto pilota legato al riconoscimento facciale delle persone in transito all’interno dei luoghi pubblici. Il luogo scelto per testare il relativo software è stato la stazione di Südkreuz e l’esperimento ha necessitato della cooperazione di circa 300 persone, che hanno acconsentito a sottoporsi a un test della durata di sei mesi.
Nel corso di questo lasso di tempo, i volontari sono stati filmati dalle telecamere di sicurezza e i loro volti e dati sono stati immagazzinati in un database.
Attraverso tre diversi sistemi di riconoscimento somatico, si è quindi cercato di capire come e quanto il software avesse la capacità di riconoscerli nel momento esatto nel momento esatto del loro passaggio davanti alle telecamere di sicurezza.
Ulrich Schellenberg, il presidente dell’associazione di avvocati tedeschi Deutsche Anwaltverein (DAV), ha espresso la sua preoccupazione con una dichiarazione decisamente poco sfumata: “ci stiamo muovendo verso un sistema di sorveglianza totale che ci toglierà l’aria“.
Sulle stesse posizioni si pone anche la responsabile della sicurezza dei dati Maja Smoltczyk, che parla del fatto che l’applicazione della tecnologia in questo campo potrebbe produrre abusi significativi e dichiara di temere che si arrivi a un esagerato controllo sociale.
Il ministro dell’interno Thomas de Maizière (CDU), tuttavia, ha arginato sbrigativamente le contestazioni dichiarando in modo secco: “i nostri luoghi pubblici devono essere sicuri“.
Non è la prima volta che sorgono polemiche di questo tipo. È da tempo infatti che interventi di questo tipo si inseriscono in un quadro ben più ampio di lotta al terrorismo e relativo innalzamento delle barriere di sicurezza all’interno della Germania. È di poco tempo fa, ad esempio, l’annuncio dell’investimento di 15.8 milioni di euro per la creazione di un centro inter-statale per le intercettazioni.
Dal momento dell’attentato di Berlino e in generale da quando la paura di essere attaccati all’improvviso ha cominciato a incidere profondamente nella sensibilità collettiva dei tedeschi, infatti, la politica ha reagito incrementando e rendendo sempre più penetrante ed efficace lo strumento preventivo del controllo. E questo ha fatto sì che il timore che possano ridursi le garanzie fondamentali sia stato superato, nella percezione collettiva e nelle reazioni del governo, dal bisogno di arginare i rischi.