di Simone Catania – news.srl
Il 30 maggio scorso il Bundestag ha approvato la Netzdurchsuchungsgesetz (NetzDG), una legge contro l’odio online. Circa i benefici che questo nuovo decreto apporterebbe, circolano tuttavia pareri discordanti.
Nella società 4.0 in cui la comunicazione trova un nuovo canale nei social network, la Germania porta al passo coi tempi la propria giurisdizione proponendo una legge a tutela degli utenti.
Il Bundestag ha infatti approvato una provvedimento che obbliga i social network a incrementare i controlli: i contenuti punibili dovranno ora essere rimossi entro 24 ore dalla segnalazione, con possibilità di estendere il termine a 7 giorni nei casi in cui la violazione del contenuto richieda particolari verifiche.
Sono previste multe da 50 milioni di euro in caso i contenuti punibili non vengano rimossi entro i termini previsti dalla legge.
Inoltre, le aziende delle piattaforme social dovranno presentare un metodo sistematico per la presentazione delle segnalazioni di reato e mettere a disposizione dei loro utenti un referente sul territorio nazionale.
La veridicità e la pertinenza delle segnalazioni saranno esaminate direttamente dai gestori dei social, che in tutta autonomia si occuperanno di giudicare ed eventualmente rimuovere il contenuto in questione.
La legge prevede che la gestione delle segnalazioni possa essere appaltata a un’azienda terza. Chi sceglierà l’outsourcing dovrà comunque rispettare gli stessi termini per la rimozione dei contenuti offensivi.
Nell’ambito della legge non rientrano i provider di posta elettronica e messaggistica, le piattaforme di carriera e i social con meno di due milioni di utenti registrati.
Secondo l’ideatore della legge Heiko Maas (SPD), Ministro federale della Giustizia, i social al momento non si impegnerebbero abbastanza nel controllo dei contenuti che circolano nelle loro piattaforme e i tempi tra segnalazione e rimozione sono spesso molto lunghi. Il Ministro riporta a testimonianza dati provenienti da Jugendschutz, secondo il quale Facebook rimuoverebbe solo il 39% dei contenuti offensivi e Twitter solo l’1%.
Chi critica la legge vede nel compito assegnato ai social una forma di privatizzazione della funzione esecutiva. La decisione finale sul contenuto offensivo e l’eventuale rimozione dovrebbe essere compito esclusivo dello Stato.
Altri vedono nella censura dei contenuti un pericolo della libertà d’espressione.
Viste le sanzioni draconiane fino a 50 milioni di euro in caso di non cancellazione, i social network saranno molto propensi a eliminare i contenuti anche leggermente sospetti pur di non incappare in sanzioni.
La Netzdurchsuchungsgesetz potrebbe favorire il cosiddetto Overblocking, il filtro che finisce per bloccare anche contenuti assolutamente legittimi e utili che hanno come oggetto temi “tabù” per fini di prevenzione, educazione e informazione. La legge tedesca sembra non rimuovere alla radice il problema né tanto meno trovare un equilibrio tra libertà di espressione e protezione dei diritti individuali sul web.
E in Italia? Dopo gravi fatti di cronaca a maggio 2017 è stato approvato all’unanimità un provvedimento per regolare il fenomeno del cyberbullismo. Oggi un minore di 14 anni può chiedere la rimozione immediata di un contenuto online senza il consenso di un adulto. Scaduto il termine di 48 ore, si potrà ricorrere al garante della privacy.