Ieri mattina la Germania ha finalmente approvato la legge che istituisce i matrimoni gay. Con 393 voti a favore e 226 contro, il parlamento tedesco ha dunque messo la parola fine a un dibattito durato dieci anni, inclusi i quattro che hanno accompagnato la presentazione del relativo disegno di legge.
L’Spd, il partito di Martin Schulz, che cercherà di contendere alla Merkel il ruolo di cancelliere, ha di fatto premuto sull’acceleratore dichiarando di non essere disposto a un’alleanza con la Cdu, il partito della cancelliera, se non sulla base di un definitivo riconoscimento di pari diritti e dignità alle coppie dello stesso sesso.
In questo senso si era già accordato con i Verdi e con i liberali di Fdp, chiedendo l’approvazione della legge entro la legislatura in corso.
Angela Merkel ha lasciato “libertà di coscienza” ai suoi parlamentari, ma ha votato no, dichiarando di ritenere ancora che il matrimonio sia “fondamentalmente un’unione fra uomo e donna”. Il suo esempio è stato seguito anche da altri membri della Cdu, incluso il capogruppo del partito, Volker Kauder.
A parte i dubbi del gruppo cristiano democratico rappresentato da Cdu e da Csu, la legge che sancisce il matrimonio tra persone dello stesso sesso in Germania è stata voluta e sostenuta da tutti gli altri partititi, tranne la formazione di destra Afd (Alternativa per la Germania).
In seguito alla decisione del Bundestag, da oggi la Germania si unisce ai 23 Stati in cui vige il riconoscimento della totale uguaglianza giuridica tra coppie etero e coppie omosessuali.
In Italia la materia è regolata dalla Legge 20 maggio 2016, n. 76, la cosiddetta legge Cirinnà, che non prevede il matrimonio, ma delle unioni civili che postulano una serie di diritti e doveri, e riconoscono giuridicamente l’esistenza di una coppia di persone dello stesso sesso.