Martedì 18 luglio, il tribunale di Tiergarten, Berlino, ha condannato a un anno di libertà vigilata (la pubblica accusa aveva chiesto un anno e otto mesi di carcere) un dentista di 45 anni, riconosciuto colpevole di molestie sessuali ai danni di una paziente di 25 anni.
Nel maggio del 2016, la donna si era recata nel suo studio per farsi estrarre un dente del giudizio e aveva subito un’anestesia alquanto pesante. Tornando gradualmente a uno stato cosciente, la paziente si era accorta che il medico la stava toccando sul seno e all’interno delle mutandine. Non era però riuscita a muoversi, a causa dell’effetto prolungato del farmaco.
Comprensibilmente sconvolta, si era confidata con il suo ragazzo e aveva quindi denunciato il tutto alla polizia, che nei mesi successivi ha svolto le indagini di rito per far luce sul fatto denunciato.
Il DNA del dentista, trovato sul reggiseno della paziente e all’interno delle sue mutandine, ha lasciato pochi dubbi su quale fosse stato il contegno del medico, il quale non ha del resto neanche negato la sua responsabilità.
La sentenza, riportata da tutte le testate locali, inclusa la Berliner Zeitung, ha ingiunto all’uomo di pagare 8000 euro di risarcimento danni alla sua ex paziente, che dichiara di soffrire ancora per il trauma subito, e ha dichiarato che si verificheranno conseguenze rilevanti anche per quanto riguarda la sua professione.
A sfavore del medico ha giocato anche un precedente e cioè il fatto che in passato avesse dovuto risarcire una sua ex, che aveva picchiato in preda a un raptus.
In udienza l’uomo si è scusato e ha dichiarato di non sapere cosa gli sia capitato, sostenendo inoltre di aver attraversato un periodo di forte stress e crisi psicologica.
Ha quindi aggiunto di aver pagato all’ex paziente anche una somma risarcitoria in seguito a un accordo privato, prima del processo, e di essersi avvalso della psicoterapia già nell’estate successiva al fatto.
Ha inoltre detto che teme di non poter più esercitare come medico.