Lo sportello della legalità: lo lancia il Com.It.Es di Monaco

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di Federico Quadrelli

Il Com.It.Es di Monaco lancia un’iniziativa importante per la legalità. Uno sportello di assistenza, informazione e orientamento per italiane e italiani che si trovano in situazioni di difficoltà, specie per quello che riguarda il mondo del lavoro, il problema, grave e diffuso, e poco discusso, dello sfruttamento e del sommerso. Peraltro ben descritto anche nel libro della Prof.ssa Marialuisa Stazio, che abbiamo intervistato poco tempo fa.

Di seguito vi presentiamo invece l’intervista con la Dr. Daniela di Benedetto, Presidente del Com.It.Es di Monaco.

Dott.ssa Di Benedetto, il Com.It.Es di Monaco, da lei presieduto, ha dato inizio a una interessante iniziativa sulla legalità. Può raccontarci da dove nasce l’idea?

L’idea nasce diverso tempo fa, ben prima delle ultime elezioni del Com.It.Es, da una analisi del concetto di comunità e di integrazione, dall’osservazione del dato di fatto che nella comunità italiana all’estero esistono alcuni mondi paralleli che è difficilissimo mettere​ in comunicazione. In parte la discriminante è legata spesso al settore professionale di inserimento ma talvolta ancora di più alle condizioni lavorative e abitative.
Chi lavora in nero in Germania vive ai margini della società, spesso finisce per trovare situazioni abitative legate al lavoro svolto e quindi precarie nella misura in cui lo è quest’ultimo.
Durante la stesura del programma elettorale della lista Mosaico, già nel 2014, il tema divenne un chiodo fisso.
Vista la complessa situazione amministrativa e finanziaria dei Com.It.Es siamo infine riusciti a lanciare il progetto grazie ad un bando del 2016 del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, atto a finanziare progetti straordinari dei Com.It.Es.

Quali sono gli obiettivi che pensate di poter raggiungere con lo “Sportello della legalità”?

L’idea è di confrontarci apertamente e in assoluto rispetto della privacy, con  e le diverse situazioni  dei nostri connazionali rispetto a situazioni  lavorative non chiare. Desideriamo analizzarne i diversi aspetti per offrire una consulenza iniziale, avviare un percorso di recupero della consapevolezza e  del percorso di integrazione
Questo genere di iniziativa, secondo Lei, è replicabile?
Più che replicarla mi piacerebbe estenderla, nel tempo e nello spazio. Al momento è limitata ad un anno al territorio del nostro comitato. Sarebbe bello se potesse estendersi ad altri Com.It.Es e per un periodo più lungo.

Non tutti i Com.It.Es sembrano essere così efficaci o presenti come il vostro. Forse questo è un buon esempio di come le rappresentanze degli italiani all’estero possano svolgere un ruolo importante e visibile riscatto per le rappresentanze all’estero. Che ne pensa?

La vita dei Com.It.Es è molto difficile. Siamo tutti volontari che hanno una famiglia, un lavoro e che si impegnano per dare un piccolo contributo politico nel poco tempo libero a disposizione. Purtroppo questo impegno viene fagocitato dal lavoro amministrativo e burocratico legato alla vita del comitato, fatto di passaggi di carte e documenti, dettato dal ministero e secondo me rimasto diversi passi indietro nella storia.
Il lavoro politico dei Com.It.Es ha una funzione se riesce a raggiungere con la propria azione un’ampia quota della comunità: cosa quanto mai complessa soprattutto alla luce del fatto che i nostri concittadini spesso vedono nel concetto di comunità un peso inutile e nessuna utilità.
I Com.It.Es possono essere valorizzati dai consolati ma di riferimento ma purtroppo non sempre accade, restringendo ulteriormente il potenziale impatto degli sforzi compiuti.
Speriamo con questa azione soprattutto di far capire ai nostri concittadini che l’unione fa la forza e che lavoriamo per loro. Ogni suggerimento, critica costruttiva, offerta di supporto sono benvenuti​!