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“Tutto quello che sapete sull’Europa è falso”: Emma Bonino e altri esponenti politici hanno parlato della Dichiarazione di Roma presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino

Europa

In occasione dell’incontro “The Rome Declaration: what’s next?“, dibattito sulla Dichiarazione di Roma che ha avuto luogo presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino lo scorso 18 aprile, diversi esponenti politici si sono confrontati sul tema dell’Europa e di quello che è il suo senso ultimo, sia sul piano politico che programmatico.
Ospiti dell’ambasciatore Pietro Benassi, sono intervenuti Emma Bonino, membro del Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea, già ministro degli Affari Esteri (governo Letta, 2013-2014) e commissario europeo (1995/1999), Gunther Krichbaum (CDU), presidente della commissione Affari Europei del Bundestag, Marco De Andreis, membro della commissione esecutiva dei radicali italiani e Norbert Spinrath (SPD), coordinatore del governo nel comitato delle regioni dell’Unione Europea, sindacalista e membro del Bundestag.
Il dibattito è stato moderato da Almut Möller, presidente del Consiglio Europeo per le relazioni internazionali a Berlino.

L’incontro è stato aperto proprio dall’Ambasciatore Benassi, che ha introdotto il tema e ha sottolineato come i peggiori antagonisti del progetto europeo siano a volte quei nemici “interni” che premono affinché prevalgano tentazioni separatistiche e soluzioni tanto drastiche quanto inefficaci. “Nessun Paese come la Germania sa quanto i muri siano nocivi” ha sottolineato Benassi, rilanciando l’importanza della Dichiarazione di Roma e sottolineando la necessità che l’Europa resti unita.

Ha preso quindi la parola Almond Möller, la moderatrice. Partendo da un riferimento alla stretta attualità e nello specifico alle recenti elezioni francesi, Möller ha lanciato il dibattito interrogandosi pubblicamente sul fatto che l’UE abbia o meno le energie per muoversi nella direzione dei Trattati di Roma (che sessant’anni fa costituirono la Comunità Economica Europea e la Comunità europea dell’energia atomica).

Emma Bonino a questo punto è intervenuta sottolineando il fatto che in Italia ci sia un atteggiamento anti-europeo, parzialmente prodotto dalla crisi economica e da quella dei rifugiati e spesso alimentato da una serie di stereotipi e pregiudizi sull’Europa.
A questo proposito la Bonino ha quindi commentato un documento distribuito agli astanti, “Tutto quello che sapete sull’Europa è falso“, riportando e “disinnescando” una serie di frasi che normalmente si spendono quando si parla di Europa e che ogni italiano ha sentito almeno una volta.
“L’Europa si regge su una macchina burocratica inutile e costosa” è stata la prima. A questo assunto piuttosto diffuso Emma Bonino ha risposto ricordando che l’Unione Europea conta circa 55.000 funzionari, mentre il comune di Roma ben 62.000.
Alla considerazione in base alla quale l’Europa sarebbe “inutile” Emma Bonino ha invece replicato ricordando lo scenario post-bellico di sessant’anni fa, in cui Italia, Germania e altri Paesi Europei apparivano ed erano irrimediabilmente distrutti. “Proprio grazie all’Europa” ha chiarito “queste nazioni sono diventate prospere, migliorando le condizioni dei loro popoli quanto ad aspettativa di vita, alfabetizzazione, salute e molto altro”.
Tenete l’Europa vicino al vostro cuore, solo chi ama l’Europa può farcela, combattendo gli stereotipi e  cambiando la narrativa anti-europea”, ha ribadito la Bonino, ricordando anche il calore registrato il giorno precedente presso la Gendarmenmarkt, e dichiarando di essere rimasta davvero colpita dall’entusiasmo dei sostenitori dell’Unione.

È stato quindi il turno di Gunther Krichbaum, che si è interrogato su cosa sia cambiato dal tempo dei Trattati, vale a dire in sessant’anni di storia della comunità europea.
Di fronte all’emersione di una serie di movimenti anti-europeisti, che inevitabilmente capitalizzano anche a livello elettorale (sia in Francia che in Italia i partiti che rappresentano istanze contrarie all’Europa si aggirano, sommati, intorno al 40% circa), Krichbaum ha ribadito la necessità che l’Europa resti e diventi sempre più coesa. “Dobbiamo restare uniti più di prima, anche se non è facile”, ha detto con convinzione rivolto agli astanti. Ha quindi parlato dei problemi dei giovani, soprattutto quelli legati all’occupazione, come di un’assoluta e ineludibile priorità.

A questo ragionamento si è agganciato Norbert Spinrath, sottolineando l’importanza di trovare una soluzione al problema della disoccupazione giovanile e garantire quindi maggiori certezze e migliori prospettive in questo senso.

Marco De Andreis ha quindi contribuito alla discussione individuando due obiettivi, uno di breve e uno di lungo periodo. Per quanto riguarda il primo, ha infatti parlato della necessità che le forze politiche favorevoli al progetto europeo vincano le elezioni contro gli anti-europeisti nei singoli Paesi dell’Unione. Parlando di lungo periodo, ha individuato invece tra le priorità il completamento della Banca Europea e del mercato digitale, al fine di rendere più concreta e raggiungibile l’idea di un’Europa coesa.

Gunther Krichbaum ha parlato anche della crisi mediorientale e africana e di quanto sia importante che l’Europa contribuisca alla risoluzione di conflitti che, inevitabilmente, finiscono per avere un impatto globale e quindi per ripercuotersi anche all’interno dei suoi confini.
Ha inoltre aggiunto di non essere affatto convinto che l’istituzione europea stia combattendo l’euroscetticismo in modo efficace e di ritenere necessario un approccio diverso.

A questo punto Emma Bonino ha precisato di non essere affatto contro l’idea di modificare i Trattati e, anzi, di auspicarne un aggiornamento che li renda più compatibili con le esigenze dell’Europa attuale.
“Al momento però” ha aggiunto “non conosco altro sistema che possa tenere insieme, in democrazia, 500 milioni di persone“.
Per questa ragione ha dichiarato di ritenere la situazione attuale troppo delicata e il clima internazionale troppo poco sereno (a causa delle elezioni, ma non solo), per poter considerare possibile, al momento, un cambiamento così importante e strutturale.
Sarebbe come aprire il vaso di Pandora” ha concluso sul punto la Bonino “il mood non è positivo e credo che la cosa più razionale sia, nell’attesa che maturino i tempi giusti, agire sulla base dei trattati esistenti”.

Marco De Andreis è intervenuto nuovamente dichiarando di trovare il “problema Brexit” del tutto sopravvalutato, almeno sul piano finanziario. “Di sicuro stiamo perdendo un partner e questo non è un fatto positivo” ha precisato “ma questo vuol dire anche che non dobbiamo più pagare per questo partner”.

Emma Bonino ha inoltre sostenuto che a suo avviso l’Europa debba impedire a chi lo chiede, o addirittura lo pretende, di scegliere “come dal menu di un ristorante” gli impegni che l’Europa richiede, rifiutandosi di farsi carico di quelli meno convenienti.
L’Europa à la carte non è accettabile” ha ripetuto più volte con convinzione “e i singoli Stati non possono scegliere quale impegno onorare a seconda dei loro interessi”. Ha ribadito quindi la necessità di una cornice legale che renda chiari diritti e doveri chiari e che contribuisca a frenare quella disgregazione dell’istituzione europea che tutti gli intervenuti hanno dichiarato decisamente non auspicabile.

Isolazionismo, paura e recupero di ideologie poco sensibili ai diritti umani e civili sono stati solo alcuni dei pericoli indicati, nell’ambito del dibattito, come connessi alla crisi dell’Europa, come idea e come progetto. Inevitabile il riferimento alla difficoltà di gestire i flussi migratori.
È un problema, non un’invasione” ha precisato la Bonino, invitando la comunità internazionale a non cedere al panico e all’irrazionalità e a optare per soluzioni che tutelino i diritti di tutti.
L’ex ministro ha comunque chiarito di ritenere assurdo che una sola commissione disciplini il rapporto con i Paesi vicini e gestisca da sola i problemi legati ai confini. Sono stati menzionati, a questo proposito, la Macedonia e il Kosovo, Stati con profondi problemi interni che al momento non rendono facile, e a volte neanche plausibile, una vera integrazione.

Spirito democratico, libertà religiosa, tolleranza e pluralismo sono inoltre i valori che tutti gli intervenuti hanno ritenuto il fondamento del progetto europeo e in virtù di questo principio Krichbaum ha dichiarato apertamente e con una certa decisione, a seguito di un intervento in questo senso, di non vedere per la Turchia attuale alcuna possibilità di entrare a far parte del consesso europeo.
“Chi si unisce all’Unione Europea” ha precisato Krichbaum “deve condividerne i valori e questo rende impossibile che la porta si apra per Paesi in cui i giornalisti sono arrestati e i diritti fondamentali violati e in cui non esiste libertà di opinione”. La Bonino a questo punto ha tuttavia ricordato che purtroppo esistono emergenze democratiche che riguardano anche Paesi interni all’Unione e ha citato a questo proposito l’Ungheria.

Concludendo l’incontro, i protagonisti del dibattito si sono trovati tutti concordi nella volontà di esprimere maggiore coraggio, maggior senso di responsabilità internazionale, maggiore consapevolezza delle dinamiche interne ai singoli Paesi e infine maggiore impegno nel comune intento di rendere l’Europa un attore internazionale, capace di interagire con i colossi dello scacchiere politico mondiale tutelando i suoi valori e il futuro dei suoi abitanti.

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