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La Berlino di Vladimir Nabokov: non solo “Lolita”

di Alessandro Campaiola

Lo scrittore di origine russa, Vladimir Nabokov, è riconosciuto come uno dei principali esponenti della storia della letteratura del proprio Paese e del mondo.

Raggiunta la celebrità, in particolar modo tramite i romanzi redatti in lingua inglese, l’autore di “Lolita” vide nel periodo di permanenza a Berlino, tra il 1922 e il 1937, degli anni fondamentali per la sua formazione artistica.

La famiglia del novellista originario di Pietroburgo si trasferì nella capitale tedesca nel 1922, a seguito della rivoluzione che aveva sconvolto la Russia nel 1917. Passarono solo poche settimane prima che il padre di Nabokov, celebre uomo politico, fosse assassinato il 28 di maggio.

Come il famoso scrittore, durante lo stesso periodo, a cavallo degli anni ’20, molti letterati russi scelsero di trasferirsi a Belino per scappare dalla guerra civile che esplose a Mosca in quegli anni, dando vita così a un’importante comunità di immigrati della stessa nazionalità. Il luogo della città che vide il progressivo affermarsi di quella tendenza migratoria fu Wittenbergplatz, nei cui dintorni sorgevano diversi luoghi di integrazione che favorirono lo sviluppo di quelle loro doti artistiche e sociali.

Caffè, circoli letterari, case editrici, tutto fece da cornice a una carriera, quella di Nabokov, che trovò compimento con la pubblicazione, nel 1928, del suo romanzo “Korol Dama Valet” (Re, donna, fante), che richiamò in un sapiente gioco di parole il KaDeWe, centro commerciale di Tauentzienstrasse di proprietà ebraica, perseguitato durante gli anni dell’affermazione nazista e a pochi passi dalla piazza sede della comunità russa.

Sempre a Berlino, Nabokov conobbe la sua futura moglie, sua musa ispiratrice, Vera Slonim, proprietaria, assieme a suo padre, di una casa editrice per la quale l’autore tradusse in inglese i romanzi del connazionale Dostoevskij.

La famiglia cambiò diverse volte indirizzo prima di stabilirsi nella zona a sud di Charlottenburg, in Nestorstrasse. Da lì, lo scrittore, che amava vivere Berlino nei suoi luoghi all’aperto, godere di una natura incontaminata e dei parchi cittadini, passeggiava spesso verso lo zoo, che considerava il “giardino dell’eden” della città.

Durante i quindici anni che trascorse nella capitale tedesca, Nabokov pubblicò altri tre scritti, tra cui spicca “La difesa di Lužin” che concentrava la trama sul gioco degli scacchi, attività a cui lo scrittore si dedicò con impegno nel corso di quel suo soggiorno in terra teutonica.

Anche se il romanzo che lo consegnò all’Olimpo degli autori di fama internazionale fu “Lolita”, scritto nel 1955 a Parigi e riadattato poi nella versione cinematografica di Stanley Kubrick, Berlino assunse dunque un ruolo fondamentale nella carriera e nella vita personale di Nabokov. E ha di fatto influenzato uno degli scrittori più apprezzati di una corrente letteraria, quella russa, che ha sempre contribuito alla bibliografia mondiale in maniera netta ed esprimendo sempre un grandissimo prestigio.

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