Unconventional Berlin Diary: ASMR, Krav Maga e tutto questo per evitare le benzodiazepine

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Sono finita nel tunnel dell’ASMR. Sapete cos’è l’ASMR? La sigla sta per Autonomous sensory meridian response, risposta autonoma del meridiano sensoriale, vale a dire quel senso di piacevole formicolio concentrato soprattutto nella zona del cuoio capelluto e innescato da una serie di stimoli auditivi o visivi detti “trigger”.

Mi sono accorta di essere un soggetto sensibile a questo tipo di stimolazione sin da piccola, quando ascoltavo mia nonna sussurrare il rosario e tutti quei bisbigli su rose mistiche e torri di Davide mi regalavano piacevolissimi brividi lungo il collo. “Enta e passa” anni dopo ho scoperto per caso che ci sono moltissime persone come me e altre che passano il tempo a realizzare video con questa logica, video che hanno milioni di visualizzazioni.
Me ne ha parlato mio fratello e ne ho aperto uno, tra i tanti disponibili su youtube.

Ho conosciuto così “ASMR Darling”, una bella ragazza che vive in Florida e passa molto del suo tempo libero a picchiettare o grattare dei vasetti di Pongo, delle lettere di legno, dei piatti di metallo, delle candele profumate e delle sculture di polistirolo. I video hanno tutti lo stesso incipit: “Hi, it’s me, ASMR… Darling”. Ne ho guardati diversi e dopo appena un paio di minuti c’ero già dentro fino al collo.
Negli ultimi giorni mi sono trovata spesso sul letto, con le cuffie, a subire l’incredibile potere sedativo di una serie di personaggi surreali. C’è una ragazza che non parla quasi mai, ma in compenso usa un arsenale di oggetti per produrre suoni di ogni tipo (liquidi, graffianti, crepitanti) ed è capace di andare avanti per ore.
C’è un altro tipo, giuro, che appare con le corna in un video chiamato “Relax with Satan” e che esordisce con “Bene bene bene… non pensavo che sarebbe arrivato il giorno in cui ti avrei incontrato di persona. Quale onore! Ho sentito tanto parlare di te!”.
La stessa persona ha realizzato anche “Relax with death” e “Relax with Joker” e deve essere un gran bel vedere, per i suoi familiari, quando si chiude in cantina a parlare da solo vestito in modo improbabile.

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Photo by Paul Brock Photography©

Una sera, mentre scoprivo in questi video per diversamente equilibrati una validissima alternativa alle sigarette e alle benzodiazepine, Ein Arschloch, vale a dire il bambino, ha portato in casa delle amiche. Una mi è quasi entrata in camera per sbaglio, ma lui l’ha bloccata in tempo dicendo “No! C’è qualcuno…”.
Poi sono andati in cucina, dove hanno bevuto vino e mangiato stuzzichini, chiacchierando e rilassandosi prima di uscire. Qualcuno intanto era a “quattro di spade”, sul letto, di fronte a un video in cui una ragazza che si fa chiamare “ASMR Magic” fingeva di praticare a me e a tantissimi altri un finto massaggio craniale.
A ognuno il suo relax, dopotutto.

Intanto ho cominciato a praticare attività fisica regolare e mi sono iscritta a un corso di Krav Maga. Ho un disperato bisogno di controllare l’ansia, il mio corpo, il tempo e la vita.
Mi sveglio sempre prima e dormo sempre con un occhio solo. Alcune persone che amo stanno soffrendo. Altre sentono che il senso della loro esistenza sta scivolando via. Altre, semplicemente, si manifestano, mi attraversano e scompaiono. È tutto irreversibilmente precario.
E allora me ne vado in una palestra ricavata da un capannone industriale, a imparare insieme ad altre sei donne e a circa trenta uomini a come reagire a ogni tipo di attacco, non riuscendo a neutralizzare quelli che contano davvero.

Almeno a Berlino è arrivata la primavera.

Forse.

Glossario

Wolfie: essere di genere indefinibile. Per metà Ziggy Stardust, per metà Kurt Cobain, per metà la mia metà.

Mio fratello: coinquilina e amica di lunghissima data. Ci chiamiamo reciprocamente “fratello” e parliamo di noi al maschile.

Il bambino: per il mondo è “Ein Arschloch”. Per me è semplicente “il bambino”.

Lucia Conti

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Lucia Conti ha collaborato con diverse webzines, curando rubriche di arte, cinema, musica, letteratura e interviste. Per “Il Mitte”, di cui é al momento caporedattrice, ha già intervistato, tra gli altri, due sopravvissuti ad Auschwitz-Birkenau e Buchenwald e ha curato un approfondimento sull’era della DDR, raccogliendo testimonianze di scrittori, giornalisti, operatori radiofonici e musicisti. Ama visitare mostre e chiese in tutta Europa, con una particolare predilezione per Bruegel, Van Gogh e Caravaggio e per l’architettura gotica. Tra i registi apprezza in modo particolare Bergman, Wiene, Kitano, Fellini e Lars von Trier e adora l’ultimo Polanski. Per quanto riguarda la letteratura ha una vera ossessione per Kafka e in particolare per “La metamorfosi”, che ama rileggere a cadenza regolare e che produce su di lei uno stranissimo effetto calmante. Privatamente scrive cose che poi distrugge. Attualmente vive e resiste a Berlino.