“Credo davvero in Dio – Il prete di Berlino”: un racconto di Alessandra Perna

Alessandra Perna
Photo by Msporch (Pixabay)
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Photo by Msporch (Pixabay)

L’oncologo gli aveva detto che gli restavano pochi mesi di vita e lui quella mattina si era alzato presto e aveva bruciato tutte le cartelle cliniche nel caminetto senza preoccuparsi di essere impazzito, gli occhi fissi alla Nikolaikirche di Berlino. Poi fece quello che faceva tutti i giorni: si mise davanti al computer e aprì il suo profilo Facebook. Nelle informazioni si leggeva “Credo davvero in Dio – Il prete di Berlino“. Lo curava tutti i giorni, continuamente, non diceva messa, non confessava, non si curava dei rituali. Pensava che per curare bene una pagina ci volesse tutto il giorno. Non conosceva il caldo e non conosceva il freddo. I cambiamenti non s’infilavano in nessun anfratto della sua vita.


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Era calmo, garbato, e con gli altri sacerdoti non aveva nessun rapporto. “Posso mentire, e dire la verità” pensava. Non credeva più in Dio da molto tempo, ma alle persone che gli scrivevano su Facebook riusciva a dare speranza.

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I suoi status erano semplici, colmi di forza, e le persone gli scrivevano continuamente in privato e lo ringraziavano per aver cambiato loro la vita. Si sentiva bene ogni volta che accendeva il computer, era un ciarlatano che non riusciva a fare a meno di quei morsi di speranza.

Si concedeva poche ore all’aria aperta: andava a pregare a Teufelsberg, la Montagna del diavolo, a nord della foresta di Grunewald, dove poteva stare solo. Quel giorno, dopo la soddisfazione di aver raggiunto 15.000 fan su Facebook, uscì senza che nessuno lo vedesse. Si inginocchiò vicino al solito albero, posò il palmo della mano sulla terra fredda e chiuse gli occhi. Quando li riaprì un giovane alto, dai capelli rossi lo stava osservando con aria incuriosita.

Berlin Teufelsberg by deErisch

“Tu?” disse.
“Io?” rispose il vecchio. Pensava fosse un utente di Facebook. Pensò che, con calma, se ne poteva andare, oppure avrebbe potuto darsela a gambe, ma non riusciva proprio a ricordare chi fosse quel ragazzo.
“Tu” disse di nuovo, e il prete ebbe l’impulso di scappare, eppure non lo fece.
“Sei proprio tu, vero?”
Il prete lo fissò negli occhi: “E tu sei chi penso che tu sia?”
Il ragazzo rispose: “Sì, sono te. O meglio, lo sarò. Sono venuto qui per ricordare chi ero”
Al prete sembrò di vedere un fantasma.
“Ascolta: per te non sarà così per sempre. Nemmeno per molto. Soltanto, non fare niente di stupido. E non fare niente di definitivo. Come quei video di Youtube, hai presente? Le cose cambiano.”
“Ma io sto morendo! Portami via con te!”
“Non posso. Ma tu non morirai”
Il prete fece un passo indietro. Sentì la collera montare dentro di lui. “Perché mi stai dicendo tutto questo?”
“Perché tu sappia che le cose cambiano. Per darti speranza”
“Io non voglio speranza. Voglio vivere”

Tornò a guardare il ragazzo, ma il ragazzo non c’era più. Rimase lì impalato a tremare. Però una cosa gli era rimasta: non doveva fare niente di stupido.
Non doveva aspettare la morte. Tornò a pregare, in piedi.
Forse domani sarebbe stato più facile.

Alessandra Perna è una scrittrice bassista e cantante romana.
Il 17 maggio presenterà a Berlino il suo secondo libro, “Non farti fregare di nuovo (
maggiori informazioni nell’evento ufficiale di Facebook).

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