L’inserimento lavorativo delle persone diversamente abili in Germania: siamo sicuri che tuteli la loro dignità?
di Amelia Massetti
In Germania l’inserimento lavorativo delle persone diversamente abili è completamente diverso rispetto all’Italia.
Dopo aver finito il percorso scolastico avviene quasi automaticamente l’entrata nei Werkstätten (laboratori) per persone diversamente abili, fabbriche vere e proprie in cui si svolgono lavori di vario tipo e che sono praticamente sparse su tutto il territorio tedesco, in cui le persone vengono sottopagate.
Il passaggio avviene attraverso fasi di pratica nei vari Werkstätten durante il periodo scolastico.
È la scuola stessa che indica sia in base alle attitudini e preferenze, individuate nella persona diversamente abile, che alla distanza dall’abitazione, in quale Werkstatt fare il periodo di prova.
In ogni caso la famiglia, o la persona diversamente abile, ha la facoltá di scegliere un’altra struttura.
Durante la fase di praticantato il Werkstatt, dopo tre settimane durante le quali vengono svolte varie prove attitudinali, rilascia un attestato dove vengono indicate le competenze della persona disabile e che è rilevante per decidere in quale Werkstatt dovrà essere inserita.
L’attestato viene anche valutato dall’ufficio del lavoro, specializzato per le persone diversamente abili, che ne terranno conto per orientare le scelte future del ragazzo o della ragazza in questione.
Dopo la fase del praticantato e la fine della scuola (inclusiva o no) la famiglia o la persona diversamente abile hanno la possibilità di scegliere un fase di passaggio (che può durare massimo tre anni), gestita in modo indipendente da associazioni che organizzano dei gruppi di sostegno per rafforzare l’autonomia delle persone disabili e cercando di individuare con loro le opportunità di inserimento lavorativo.
Questa fase di passaggio viene finanziata dal Sozialamt, in tedesco eingliederungshilfe, sotto forma di “sostegno economico per l’inclusione sociale” delle persone diversamente abili.
In questo modo viene finanziata l’associazione, che organizza le varie oppportunità di praticantato in aziende che potenzialmente inseriscono persone diversamente abili, gli assistenti che seguono l’inserimento lavorativo, e il sostegno economico di base dei ragazzi.
Questi tre anni non sono, nella maggior parte dei casi, coronati da successo, perché sono relativamente poche le aziende che in Germania favoriscono l’inserimento lavorativo delle persone disabili, pur essendoci una legge che obbliga in questo senso e in proporzione alla grandezza dell’azienda stessa. Le aziende preferiscono piuttosto pagare una tassa e non realizzare questo tipo do inserimento, vissuto come un rallentamento dei processi di produzione e come un aumento delle responsabilità generali e quindi come un fatto sostanzialmente negativo.
Dopo questa fase, l’ultima alternativa resta l’entrata nel Werkstatt per persone disabili, che alla fine dei due anni, dopo una serie di prove all’interno del laboratorio, definisce insieme alla persona quale siano le sue attitudini migliori e in che veste potrà continuare a svolgere un lavoro e quindi essere formalmente assunto dal Werkstatt.
Ci sono Werkstätten di vario tipo per persone diversamente abili: quelli che formano giardinieri, operatori del settore metallurgico, imballatori, artigiani del legno, c’è chi si occupa di costruzione dei mobili, chi di digitalizzazione o archiviazione dei dati, e poi ancora abbiamo cucina, lavanderia, cucito, cura degli animali, riciclaggio o pulizia di motori o altro materiale, ceramica, laboratori creativi di vario tipoe molto altro.
Il punto centrale è che in tutto questo le persone rimangono nel Werkstatt per diversamente abili per tutta la vita, e soltanto il 2 % ha una opportunitá di inserimento lavorativo vero e proprio, pur avendo imparato una professione.
Quello che non funziona in tutto questo sitema è che se da una parte garantisce alle persone diversamente abili un’occupazione, dall’altra non ne permette però l’iclusione sociale e anche se la persona disabile ha fatto un percorso scolastico inclusivo, si trova poi a dover accettare l’inserimento lavorativo all’interno del Werkstatt per persone disabili come unica alternativa. In taluni casi questo può essere stimolante e ben accettato, ma la differenza sta principalmente nell’esclusione sociale e nel rapporto economico. Tutte le persone disabili che lavorano nei Werkstatt non percepiscono uno stipendio ma rimane una forma di assistenza (Eingliederungshilfe) che ne garantisce la sopravvivenza ma lede la dignitá della persona, in quanto non le viene riconosciuto un profilo professionale, pur dovendo rispettare tutte le regole e gli orari di lavoro di qualsiasi altro lavoratore.
Nel prossimo incontro di Artemisia si parlerà proprio dell’inserimento lavorativo e di come funzionano i Werkstätten in Germania insieme ad Amelia Massetti, fondatrice dell’associazione e italiana dell’anno secondo il Comites. e Elke Janning.
Ulteriori dettagli
Quando: Martedí 25 Aprile 2017
Orario: dalle 18.00 alle 21.00
Dove: Arbeitskreis Neue Erziehung e. V. (ANE)
Indirizzo: Hasenheide 54, (2° cortile – 2°piano) 10967 Berlin
Come: U 7 Südstern