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Il calcio e la società: il gol n°50.000 della Bundesliga segnato da un simbolo della Germania multiculturale

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Photo by Harmakdon©

di Axel Jürs

Come è cambiata la Repubblica Federale della Germania lo si vede non solo nelle statistiche demografiche e politiche, ma a volte anche in diversi aspetti del costume e nelle passioni popolari, come per esempio quella per il calcio.
Il gol N° 50.000 della Bundesliga (Serie A) tedesca, fondata nel 1963, è stato infatti segnato nel 2017 da un vero berlinese con doppia cittadinananza: Karim Bellarabi, classe 1990, anno dell’unificazione delle “due Germanie”, nato nella metropoli interculturale di Berlino e cresciuto a Brema, città anseatica nel nord del Paese.
Bellarabi è stato nominato per la prima volta come giocatore della “Mannschaft” (squadra, in tedesco, e nuovo nome ufficiale per la nazionale del DFB) nel 2014, dopo aver riscosso già ua partire dal 2010 un discreto successo nelle suaqdre giovanili del DFB, le cosidette “U 21” e altre.
Bellarabai possiede non solo il passaporto tedesco dell’Unione Europea, ma anche quello del Marocco, da dove ha origine suo padre. La madre è invece tedesca. Dal 2011 gioca per la squadra del Bayer Leverkusen e dai tifosi di altri club è soprannominato “Vizekusen” per le varie sconfitte nelle finali e la capacità di finire sempre come secondo nella classifica della seria A tedesca, la 1. Bundesliga, appunto.

La storia dei gol della Bundesliga racconta dall’inizio anche la storia della Germania degli anni Sessanta ad oggi: il primo gol in assoluto della Bundesliga, per esempio, fu segnato da Timo Konietzka nel 1963. Cresciuto a Lünen, una delle città che negli anni sessanta e settanta fondava la sua economia sull’estrazione del carbone, Konietzka cominciò la sua vita professionale a quindici anni come “Kumpel” (minatore). Come tante altre star del calcio di quel periodo, anche Konietzka svolgeva un mestiere “normale”, prima di andare agli allenamenti della sua squadra.
Negli anni successivi la Germania è diventata sicuramente più aperta e interculturale, soprattutto dopo la caduta del Muro e la riunificazione delle due Repubbliche tedesche. Tuttavia, come si vede già dallo stesso nome di Konietzka, l’immigrazione fu sempre parte integrante della storia tedesca e spesso anche del successo economico della nazione. Parliamo anche di tempi molto remoti, se pensiamo cheFederico II invitava gli ugonotti a far crescere l’economia e le città prussiane in cui erano emigrati.

Dal primo gol della Bundesliga, di Timo Konietzka, per il Borussia Dortmund, al gol N° 50.000, di Karim Bellarabi per il Bayer Leverkusen, sono stati nel frattempo segnati gol da giocatori con i capelli biondi, neri o, negli ultimi anni, anche azzurri o verdi e con tagli molto “speciali”, che a volte evocano lo stemma della loro squadra.
I gol di questi anni sono stati segnati da giocatori di figli di fuggitivi della Slesia del dopoguerra, della Germania dell’est negli anni del Muro e di tanti altri Paesi e regioni funestati dalla persecuzione politica.
La Bundesliga, come anche le squadre nazionali del calcio tedesco (sia la squadra nazionale delle donne, con l’allenatrice Steffi Jones, che di uomini, con lo svevo Jogi Löw), rappresentano ormai in tutto la Germania moderna. E in questo senso sembra molto giusto che, grazie anche al momentaneo “inceppamento” di Thomas Müller, altro giocatore del Bayern, il traguardo dei 50.000 gol sia stato superato da un giocatore con il cognome “senza dieresi” e cresciuto in una famiglia biculturale.

Chi segnerà il gol n° 100.000, magari nel 2070? Forse sarà figlio di genitori tornati dall’Asia dopo vent’anni di emigrazione lavorativa. O ancora meglio: cominciamo a contare in questa statistica anche i gol della serie A delle donne, anche per non aspettare così tanto!
A segnarlo potrebbe essere, per esempio, proprio la figlia che Steffi Jones ha avuto dalla sua compagna Nicole. Sembra improbabile? Forse è vero, ma a pensarci bene nel 1963 non sembrava molto probabile neanche la storia di un Karim Bellarabi!

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