Ho provato a parlarti per l’ennesima volta, Berlino. Ma a quanto pare non ci capiamo
di Eleonora Castaldini
Ho provato a parlarti per la millesima volta
È che io cerco il mare, le conchiglie…
le hai tu le conchiglie?
Non lo so, forse a Weißensee?
Weißensee non è proprio dietro l’angolo.
Perché hai sempre cose che non sono mai alla mia portata?
Sono sempre così lontane da me…
Dove posso trovare dei sassi?
I sassi belli colorati, da farci le collane da tenere sul davanzale, vicino alla finestra.
Tu hai solo quei quattro giaroni grigi.
Poi sei sempre così incazzata, tutta grigia, porti sempre vento e pioggia, fai sembrare tutto sempre le 6.00 del pomeriggio.
Sì, ma d’estate mi faccio bella e con il sole!
Sì, per una settimana!
Mi hai fatto scappare l’Ester e tutti gli altri, perché li facevi stare troppo soli.
Che problema hai?
Che problema hai tu… se chiedi, molta gente ti risponderà che qui è felice!
Su questo hai ragione, loro stanno bene, sono felici… anche se in fondo non li ho mai conosciuti, questi “loro”.
O forse sono sfigata io, ma quelli che conosco hanno tutti dei problemi con te, si fanno di vitamina D e vanno dallo psicologo, oppure vanno via.
Io, quelli che sono felici e dicono che stare qui è bello, non li ho mai visti.
Però ci voglio provare… non per te, sai. Con te sono veramente arrabbiata. Lo faccio per papà.
Lui mi prende in giro, dice che di Berlino conosco solo tre strade.
È vero.
È che mi fai paura e non ho voglia di incontrarti da sola, e gli altri hanno sempre da fare.
Mi hai dato una sberla, all’inizio, e ogni tanto me ne continui a dare, mi hai fatto scappare l’Ester e gli altri e ora fa freddo, non è che abbia tanta voglia di conoscerti meglio.
Con me resti nascosta, quel che offri ai più, a me non interessa o non lo conosco o mi annoia.
Poi mi vengono addosso per strada e non hanno il tempo di chiedere scusa.
Li hai degli orti? Delle campagne? Qui c’è il grano? Mi mancano le spighe di grano.
Ce le hai le poesie?
I sassi?
Ti prego, mi mancano i sassi, quelli belli da farci le collane, da raccogliere lentamente e intanto pensare.
E la gente che va piano, che chiede scusa e che ha voglia di parlare?
Quelli che cercano anche loro le poesie, il grano e un orto?
Non dici niente? A dire no sei bravissima, peró… e lo urli a gran voce
Va bene, cerco tutto io, ma per l’ultima volta, però… poi faccio come Ester.
Questo è un tuo problema. Io sono qui.
Io sono Berlino.
Non esisto per piacere a te o per convincerti che qui si sta solo da Dio.
Spostati se non ti va, non sei un albero. Lo hai già fatto una volta, puoi farlo benissimo di nuovo!
Io non so cosa vuoi, non so se ho il grano, il mare, i pomodori, le poesie.
So che ho tante cose.
Non ti dico niente se esci in pigiama, se parli da solo, se giri con la scabbia in faccia e puoi andare in giro mano nella mano con chi vuoi. Non mi interessa se sei poverissimo, stupido, alto, intelligente, per me è uguale, con me puoi uscire allo scoperto, credo sia un ottimo punto di partenza… poi, da lì, fai tu.
Io ho tante cose, non mi ricordo quali, ma se ti piacciono puoi prenderle.
Sì, questo è vero, però, in tutta tranquillità, se non trovo quello voglio o non mi piace quello che trovo, comincerò a cercare altrove. Senza offesa per nessuno, pace e amen.
Esatto, pace e amen.
Ah… un ultimo consiglio, poi fai tu.
Impara meglio il tedesco.