Crescere a Berlino est: la storia di Michael #6
Michael è un giovane avvocato nato nel 1975 e cresciuto a Friedrichshain, Berlino est. Dopo la caduta del Muro la sua generazione è stata la prima ad avere un diploma unificato (prima i sistemi scolastici erano ovviamente divisi). Ha studiato giurisprudenza alla Humboldt Universität, a Roma e a Cittá del Capo. Durante il suo praticantato per diventare Volljurist è stato tre mesi presso l’ambasciata tedesca a Pechino, ha quindi lavorato come assistente di ricerca all’universitá di Amburgo ed è stato un funzionario pubblico nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore.
Oggi lavora nell’amministrazione della Freie Universität di Berlino ed è tornato a Friedrichshain, dove vive con il suo ragazzo, i due figli che hanno insieme e la madre dei bimbi.
Michael ha visto crollare il Muro di Berlino quando si preparava a entrare nell’adolescenza e ha deciso di fare con noi una lunga chiacchierata su quel periodo. Ci ha parlato di colori, sapori e sensazioni che non ci sono più, di un’altra Berlino e della storia di una Germania divisa, il tutto alternando la consapevolezza dell’etá adulta alle percezioni che aveva da piccolo.
Vi proponiamo quindi un bellissimo viaggio in un passato che non c’è più, ma che ancora resta saldo nella memoria di chiunque l’abbia vissuto. Lo dividiamo in diversi capitoli, che vi porteranno, passo dopo passo, nel cuore della DDR.
Com’è stato dopo? Come hai vissuto l’esperienza dell’unificazione?
Per me die Wende e la caduta del Muro arrivarono esattamente al momento giusto. Avevo infatti quattordici anni e le persone nate nel mio stesso anno furono le prime ad avere un diploma scolastico unificato. Prima, all’est, si otteneva il diploma dopo dodici anni, mentre dopo l’unificazione il sistema scolastico venne adeguato ai parametri dell’ovest, quindi gli anni per ottenere il diploma diventarono tredici. In questo modo ho persino avuto l’opportunitá di imparare latino per un altro anno e ho superato il “Latinum” con successo. A parte questo non dovevo andare nella Volksarmee all’est, cosa di cui avevo abbastanza paura, e sono stato in grado di studiare quello che ho voluto.
All’età di quattordici anni potevo godere della mia libertà senza avvertire quel dolore che invece i miei genitori sperimentarono, insieme alla gioia, dopo l’unificazione. Il rischio di perdere il lavoro, per molti lavoratori della DDR, la crisi economica che l’est sperimentò e la scomparsa dei vecchi modelli di vita rendeva il tutto complicato. I miei genitori erano sulla quarantina, all’epoca, a metà della loro vita.
Non è stato semplice, per loro, trovare un nuovo orientamento, in particolare perché non conoscevano e non capivano bene come funzionassero il sistema dell’ovest e i suoi meccanismi. Per me era diverso, ero all’inizio e potevo imparare a muovermi in questo nuovo mondo e nel fare questo avevo solo vantaggi. Se il Muro fosse caduto dopo, avrei studiato all’est e probabilmente i miei sforzi, dopo l’unificazione, non avrebbe più avuto valore. Questo capitò ad esempio a una mia amica, di cinque anni più grande di me, che aveva studiato per diventare maestra elementare. I suoi studi non vennero riconosciuti all’ovest e fu costretta a ricominciare tutto da capo.
A sedici anni ho ricevuto da un’istituzione dell’ovest la possibilità di fare un viaggio in Inghilterra, a Brighton, per perfezionare l’inglese. Queste tre settimane furono una rivelazione. Per la prima volta nella mia vita approdavo nel mondo e addirittura vedevo Londra.
Molti tedeschi dell’est in quegli anni si spostarono attraverso l’Europa con viaggi economici via autobus, a Parigi e a Roma. Li potevi riconoscere facilmente, sulla torre Eiffel, perché avevano quelle tipiche borse dell’est, fatte di un tessuto sintetico colorato chiamato Dederon. I tedeschi dell’est lievemente più acculturati, si sentivano alquanto imbarazzati quando incontravano gli altri. Ma anche i tedeschi dell’ovest non erano esattamente percepiti, nel mondo, come dei maestri di eleganza ed erano soliti, ad esempio, indossare i classici calzini bianchi con le Birkenstock.
Quando avevo sedici anni i miei genitori decisero di non andare piú in vacanza con me, anche considerando che avevo l’opportunità, ormai, di vedere il mondo da solo. D’altra parte erano più vecchi e dovevano sbrigarsi, se volevano farlo. Per questo avevano bisogno dei loro soldi. Di conseguenza non mi portarono con loro quando andarono a Maiorca, in Grecia e neanche nei loro viaggi in pullman a Roma, Parigi e Barcellona. Ero abbastanza sconvolto da questo, perché i genitori dei miei compagni si comportarono in modo molto diverso, a questo proposito. Ma a quanto pare, ogni famiglia è differente dalle altre. E comunque più tardi ho davvero avuto molte altre opportunitá di vedere il mondo.
La mia infanzia all’est mi consentì in seguito di viaggiare all’estero con particolare entusiasmo e appena potevo, perché avevo sempre la sensazione di dover recuperare questa mancanza di possibilitá che aveva caratterizzato la mia infanzia. In quegli anni era sempre triste quando qualcuno formulava il desiderio di vedere il mondo e come risposta riceveva frasi come: “non conosci neanche la tua stessa Repubblica! Anche la nostria patria è bella e prima di aver visto l’Harz, l’Erzgebirge, l’Ostsee e le terra dei laghi del Meclemburgo in ogni dettaglio, non hai bisogno di andartene fuori, nel mondo”.
Quanto superficiali mi suonano alle orecchie, oggi, queste parole.
Per quanto riguarda i miei sentimenti come tedesco dell’est, penso che questa particolare identità rimase sempre abbastanza presente. Penso sia sempre stata presente. Quando sono a Berlino ovest, anche oggi mi sento in qualche modo “diverso”, rispetto a quando sono a Berlino est. Ad esempio attualmente lavoro nel profondo ovest, alla Freie Universität, a Dahlem, e ogni sera torno a casa in quella che una volta era Berlino est. Non potrei immaginare di vivere in un Bezirk di Berlino ovest. Ho inoltre studiato alla Humboldt, a Mitte, un’università che si trova in quella che una volta era Berlino est. Anche quando ho vissuto e lavorato per due anni ad Amburgo, non mi sono mai sentito davvero a casa, lì. Probabilmente da qualche parte, nel mio cuore, sono e resto un uomo dell’est, anche se ovviamente ho vissuto la maggior parte della mia vita nella Germania unificata e quindi all’ovest.
Di seguito i link per chi abbia voglia di leggere tutti i capitoli della storia di Michael:
Crescere a Berlino est: la storia di Michael #1
Crescere a Berlino est: la storia di Michael #2
Crescere a Berlino est: la storia di Michael #3
Crescere a Berlino est: la storia di Michael #4
Crescere a Berlino est: la storia di Michael #5
Crescere a Berlino est: la storia di Michael #6
Crescere a Berlino est: la storia di Michael #7