Fuggire attraverso le fogne: da Berlino est verso la libertà

fogne
di Sara Bolognini

Berlino 1961, piena guerra fredda, la città è divisa. Da una notte all’altra la frontiera viene chiusa, nonostante Ulbricht avesse promesso alla popolazione che nessuno aveva intenzione di erigere un muro. E invece il Muro spunta e non scomparirà fino al 9 novembre 1989, causando la separazione di un numero notevole di famiglie, si parla di una cifra attorno ai 50.000.

La penuria di spazi abitativi nel dopoguerra ha fatto in modo che spesso gli sposi fossero costretti a vivere ognuno dai propri genitori, magari in settori differenti. Senza parlare di tutti i cosiddetti Grenzgänger, berlinesi che, abitando a Est, ma studiando o lavorando a Ovest, hanno perso il proprio lavoro e la possibilità di continuare gli studi.


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La Berlino divisa: “doppio di tutto”

Ma la divisione della città era iniziata molto prima. Già dal 1948, dopo la crisi del Blocco di Berlino, l’equilibrio tra gli alleati si era spezzato e tutte le infrastrutture erano state divise: le linee del telefono, l’elettricità, il sistema postale. E questo spiega il motivo per cui la capitale tedesca è piena di “doppioni”: due zoo, due palazzi dell’opera, due stazioni centrali (prima dell’inaugurazione di Hauptbahnhof, Zoologischer Garten fungeva da stazione centrale per la parte Ovest e Ostbahnhof per quella Est).

Anche tutto ciò che era sotto la superficie è stato diviso, la metropolitana, qualsiasi tunnel… una cosa, tuttavia, non si prestava a questa follia: il sistema fognario. Distruggere e ricostruire 9500 km di rete di canali sarebbe stato non solo impensabilmente costoso, ma anche poco consigliato igienicamente.

Scappare attraverso le fogne

Ecco come questa città di canali sotterranei si è presentata su un piatto d’argento alle persone che volevano scappare dalla dittatura della DDR per ricongiungersi alla propria famiglia. Gli abitanti della Berlino dell’est si sono tappati naso e bocca, si sono calati nel sistema fognario e hanno gattonato verso il confine.

La fuga in massa e la reazione della Stasi

Come dicono i tedeschi, Durch die Scheiße in die Freiheit (attraverso lo sterco, verso la libertà). E in effetti, scappando attraverso le fogne, ben 800 persone sono riuscite a riconquistare la libertà.

Questa strategia non è tuttavia durata molto perché, dopo poche settimane, la Stasi l’ha scoperta e ha installato dei binari del treno nei canali per bloccare ogni via di fuga. Decisione che non è stata tra le più furbe, in quanto lo sporco ha iniziato ad accumularsi tra i binari e la Stasi ha dovuto creare un reparto speciale di uomini affidabili che si occupassero di pulire le fogne.


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La contro-reazione degli aspiranti fuggitivi

I berlinesi non si sono arresi di fronte a queste misure e la storia delle fughe sotterranee non finisce qua. I fuggitivi si sono improvvisati muratori e hanno iniziato a scavare i loro tunnel da un settore all’altro. I tunnel erano scavati prevalentemente da Ovest a Est, lontano dagli occhi della polizia di frontiera, ma alcuni berlinesi scapestrati hanno osato farlo persino nel settore sovietico.

Dalle fogne al “tunnel dei pensionati”

Iniziavano nelle loro cantine, nascondendo la terra di scarto in ogni angolo della casa, nella vasca da bagno, nei cassetti, nelle tazze da caffè.
La storia più impressionante è forse quella del cosiddetto “Tunnel dei Pensionati”, una via di fuga scavata da un uomo di 81 anni per la propria moglie e i propri cari. La notizia è finita persino sui giornali, dato che nessuno si aspettava che un uomo di quell’età potesse portare a termine un progetto così rischioso e fisicamente pesantissimo.

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