Non ci sarà alcuna onorificenza ufficiale da parte della Germania per i poliziotti italiani Scatà e Movio, che a Sesto San Giovanni, il 23 dicembre 2016, fermarono e ferirono a morte l’attentatore responsabile della strage di Berlino, Anis Amri. I due giovani erano stati spesso definiti dai giornali “eroi” per aver messo fine a una caccia all’uomo che, dal giorno dell’attentato, aveva angosciato un’opinione pubblica già sconvolta dalle conseguenze dell’attentato.
Poi, le polemiche legate ai social network dei due agenti e un passo indietro da parte della Germania. I loro profili personali sui social network Facebook e Instagram, infatti, avevano rivelato all’occhio curioso dell’opinione pubblica contenuti che sono stati considerati vicini all’apologia di fascismo.
La bacheca di Scatà ospitava infatti foto dell’agente nell’atto di fare il saluto romano e post celebrativi di Mussolini o in cui si denigrava il 25 aprile, mentre quella di Movio si segnalava per la presenza numerosi post razzisti o condivisi da pagine anti-immigrati. Insomma, a causa delle loro esternazioni Scatà e Movio sono dunque oggi due “eroi” senza medaglia, almeno di fronte al governo tedesco.
Il quotidiano tedesco Bild ha trasmesso proprio in questi giorni la notizia, ripresa in seguito da molti quotidiani italiani. Nell’articolo di Bild si sottolinea il fatto che lo Stato tedesco non possa assolutamente considerare irrilevante quanto accaduto, dal momento che la Germania prende molto seriamente la propria responsabilità storica di fronte ai crimini del nazifascismo.
A dicembre i due giovani avevano già ricevuto le felicitazioni dal corpo della polizia tedesca, ma a quanto pare una cerimonia ufficiale e la consegna delle medaglie, che all’inizio parevano più che plausibili, non ci saranno.
Ha infatti prevalso l’opinione che premiare qualcuno che pubblicamente elogi un’ideologia ritenuta inaccettabile in Germania (e, in teoria, anche in Italia), significherebbe sdoganarla o comunque implicitamente supportarla.
Inoltre, dato il profilo professionale dei due poliziotti coinvolti, le opinioni espresse sulle loro pagine social sono state considerate particolarmente inopportune anche perché potenzialmente atte a ledere l’immagine delle Forze dell’Ordine nel loro complesso, ingenerando il sospetto che queste posizioni siano in qualche modo condivise.
Questo alimenterebbe un clima di incertezza e il timore che molte questioni spinose e particolarmente delicate, come il problema dei rifugiati, possa non essere affrontato in modo neutrale.