di Letizia Chetta
I casi di violenza all’interno delle scuole hanno visto negli ultimi due anni un notevole aumento, a Berlino. L’anno scorso sono stati 3225 gli episodi registrati all’assessorato dell’istruzione (Senatsverwaltung für Bildung), mentre quello precedente erano 2475, il che significa che si è verificato un aumento del 30% dei casi di violenza.
Il 70% dei casi esprimeva un livello di pericolo definito di primo grado: parliamo ad di esempio mobbing, minacce, offese. Ben 757 casi, tuttavia, erano atti più gravi di violenza fisica, molestia sessuale o connessi al commercio di droghe. In tutto questo, sono 3085 gli studenti di sesso maschile implicati.
Due anni fa, diverse scuole berlinesi hanno segnalato ben 641 episodi simili. In questi casi, l’obbligo di denuncia è legato al livello di gravità del fatto (mobbing e offese lo prevedono, per esempio). La denuncia attiva poi un sistema di assistenza rappresentato da psicologi scolastici, polizia o assistenti sociali.
Quest’anno, a dispetto delle 450 scuole del 2015, sono stati 484 istituti a farsi avanti. Questo dimostra che una certa sensibilità verso il tema della prevenzione della violenza si sta sviluppando sempre di più. Oltre a questo, è stata più volte espressa la volontà di perfezionare il sistema di denunce. Quest’anno, tale obiettivo è stato perseguito nell’ambito del perfezionamento dei futuri insegnanti, con 146 proposte e 2500 partecipanti.
Non di rado anche gli insegnanti o gli educatori stessi diventano il bersaglio di uno spiacevole accanimento. L’anno scorso, per esempio, sono stati riportati 636 casi di attacchi contro il personale scolastico: si trattava soprattutto di offese o atti di minaccia di primo grado.
La senatrice dell’istruzione Scheeres sta per l’appunto esaminando il processo di denuncia delle violenze. I primi risultati saranno tuttavia visibili solo nel 2017. Da lì si vedrà come trattare i futuri momenti di crisi, d’emergenza o di violenza.
È possibile che per i casi di minaccia di primo grido tornerà ad esserci l’obbligo di denuncia, abolito nel 2009. Da allora le scuole non sono state più tenute a riportare sempre gli episodi di pestaggio, offese e danni materiali. Appellarsi ad un aiuto esterno diventa imprescindibile solo qualora i provvedimenti presi all’interno della scuola risultino insufficienti o quando l’episodio interessi anche la sfera pubblica. In caso contrario spetta alle scuole decidere riguardo ai fatti di violenza,aspetto, questo, da tempo criticato da esperti della scuola. Secondo loro, infatti, le statistiche sulle violenze non sarebbero veritiere e la situazione reale verrebbe mostrata solo parzialmente. In tutto questo, Scheeres sottolinea il compito che hanno le scuole di affrontare e smaltire ogni forma di violenza e pericolo.