Un’attivista ha recentemente dato impulso a una protesta delle Femen davanti all’ambasciata tedesca, a Kiev. Dopo essersi tolta il cappotto ha esibito il seno nudo, coperto dalla scritta realizzata con la vernice bianca “Ukraine to EU”. A quel punto, brandendo un martello da fabbro decorato da nastri gialli e blu (i colori dell’Ucraina), ha cominciato a colpire un pezzo del Muro di Berlino esposto all’esterno dell’ambasciata urlando “abbattiamo il muro!” ad ogni colpo. L’ufficio stampa delle Femen ha testualmente dichiarato: “la sex-tremista ha attaccato un simbolo leggenderio della divisione tra il mondo e le persone che lo popolano”. Il gruppo femminista ha inoltre aggiunto che la protesta era da intendersi come espressione della volontá di impedire la costruzione di altri metaforici muri “sulla strada dell’Ucraina verso il suo futuro democratico in Europa”, soprattutto al fine di rivendicare la possibilitá di circolare senza obbligo di visto.
Donald Tusk, attuale presidente del Consiglio Europeo, ha fugato questo timore e annunciato il 26 novembre che i cittadini ucraini potranno muoversi liberamente nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea.
Il muro preso a martellate, comunque, sembra non aver subito danni e l’ambasciata non ha neanche sporto denuncia, limitandosi a mandare fuori un membro del personale, azione che ha prodotto come effetto immediato l’allontanamento spontaneo dell’attivista (potete vedere qui l’intero video).
La protesta di Kiev è stata concepita in contemporanea con un vertice UE-Ucraina, che si è tenuto a Bruxelles negli stessi giorni.