Il tedesco creativo di Giovanni Trapattoni: in Germania è ancora un classico
di Axel Jürs
Quando si fanno errori in una lingua straniera c’è sempre la possibilità di correggere o di “importare” quell’errore linguistico ufficialmente e in questo Giovanni Trapattoni ha fatto scuola. Il riferimento è ovviamente al famoso discorso pronunciato nel 1998, nell’ambito della conferenza stampa forse più conosciuta del calcio mondiale, quando il “Trap” era allenatore del Bayern. Del suo fiume di lamenti all’indirizzo dei suoi giocatori sono rimaste in mente soprattutto tre frasi. Parliamo delle celeberrime “Was erlauben Struuunz?“, “Ich habe fertig!” e “(schwach) wie eine Flasche leer!“.
Was erlauben Strunz?
“Was erlauben Struuunz?” (come si permette Strunz?) era, più che una domanda retorica, una vera e propria accusa contro quello che il sanguigno ct riteneva il giocatore più pigro della squadra bavarese di quel tempo. Parliamo appunto di Thomas Strunz, del quale si denunciava un contegno inaccettabile per un giocatore.
Durante quella conferenza stampa, trasmessa in televisione e divenuta famosissima, Trapattoni era sotto pressione perchè i risultati non erano quelli che il Bayern si aspettava nel suo primo contratto con un allenatore di lingua e cultura calcistica straniera. Oltretutto per i bavaresi persino gli altri tedeschi, sotto un certo punto di vista, erano e sono percepiti come stranieri e per questo motivo il contratto con Giovanni Trapattoni, un italiano, aveva rappresentato veramente una rivoluzione non solo calcistica, ma anche culturale.
Quando Trapattoni esplose in quella famosa conferenza stampa era più amato nel resto della Germania che nel Bayern e c’era, negli altri club, anche una certa invidia per quel simbolo di italianità, anche se nessuno capiva perchè fossero stati proprio i bavaresi a sceglierlo. La vera domanda che si ponevano tutti, era: quanto capiranno quell’italiano i bavaresi, che hanno già la loro difficoltà con la lingua e cultura tedesca? Ad ogni modo, tra gli allenatori, di sicuro era quello di maggior prestigio.
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Giovanni Trapattoni e la lingua tedesca
Il “Trap” si ambientò abbastanza bene e imparò velocemente il tedesco, anche se lo parlava con un forte accento italiano e una grammatica “speciale” a cui però i tedeschi si erano affezionati, come a una sorta di sapore italiano. Lo imitavano non per beffarsi di lui, ma perché il suo linguggio risvegliava la dolcezza dei ricordi delle ultime vacanze in Italia o almeno dell’ultimo pranzo consumato in un ristorante italiano.
Ancora oggi i tedeschi, per scherzare, quando qualcuno fa o dice una cosa poco accettabile esclamano “Was erlauben (per esempio) Müüüller!”. E tutti cercano di pronunciare il nome del malcapitato con un accento italiano fortissimo. Quando una persona non si impegna in una cosa, inoltre, a volte usano anche l’altra buffa frase che abbiamo citato all’inizio, “…wie eine Flasche leer!” (come una bottiglia vuota). Per capire meglio la variante umoristica basti sapere che l’espressione corretta, in tedesco, non richiederebbe di specificare il fatto che la bottiglia in questione sia piena o vuota. Una bottiglia non ha vita, piena o vuota che sia, ed essere definito “come una bottiglia” sarebbe già sufficiente. I tedeschi, che comunque amano le contaminazioni italiane (usano per esempio “leckerissimo” o “süßissima“), addottarono subito anche quella seconda storpiatura e da quel giorno la frase “er ist eine Flasche!” (è un buono a nulla) venne usata anche con la simpatica variante trapattoniana “…wie eine Flasche leer!” (con il significato di buono a meno di niente).
Quello che Trapattoni ha insegnato ai tedeschi… sul tedesco!
La cosa bella dei contributi linguistici che Giovanni Trapattoni regalò alla lingua tedesca quasi 20 anni fa è che vengono usati dai tedeschi in modo pressoché generalizzato, in contesti più o meno formali. Quando si vuole esprimere con chiarezza il fatto che una discussione sia definitivamente chiusa viene infine in aiuto, a volte, la terza espressione che abbiamo indicato, “ich habe fertig!” (la forma corretta sarebbe ich bin fertig), che mette il punto a ogni dibattito. Gli esperti di suoni italiani lo pronunciano senza l’h aspirata tedesca e alcuni amano aggiungere anche qualche gesto italiani, quando esclamano: “Iesch ‘abe fertieg!“.
Con la sua creativitá linguistica Trapattoni ha aperto i tedeschi a un uso della loro lingua più spiritoso, meno rigoroso, e ha introdotto una fantasia che nelle famiglie bilingui esiste già da tanto e che le porta spesso a coniugare i verbi tedeschi in modo italiano e viceversa, con un risultato più bello e vivace che seguendo le regole originali. “Schmusare” è ad esempio uno dei verbi tedeschi italianizzati dalle famiglie bilingui. “Dormst Du?” potrebbe essere la domanda di una bimba italo-tedesca al suo papà. E c’è una marea di ulteriori combinazioni italo-tedesche che Trapatattoni non poteva conoscere, perché il periodo trascorso in Baviera non bastava.
Ma a questo punto dichiaro di aver finito e al famoso “Haben Sie fertig?” devo rispondere con un forte “Sì!”. Non vorrei davvero sprecare il vostro tempo e provocare di conseguenza l’esclamazione più trapattoniana che mi si possa rivolgere: “Was erlauben Jüüüüürs!“.
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