I only come out at night: non fidarti mai

nunzio

“I’m the one with no soul one above and one below” (Hole)

La dottoressa mi ha chiesto se fossi soddisfatto della mia vita. A volte il medico è un po’ come il prete, il loro giudizio morale è del tutto irrilevante. Non me la prendo, siamo tutte persone e non macchine e nessuno sta decidendo nulla per me. Sono soddisfatto della mia vita?
Se provo dell’interesse nei tuoi confronti, è difficile che riesca a dirti che ti trovo affascinante o che mi piaci. Non mi fido di te e non mi fido di me, soprattutto. Chiaramente mi diverte se mi segui in bagno quando mi lavo i denti e mi chiami “baby”, mi divertono le espressioni innocue, trovo interessante quanto ci si lascia andare con dei perfetti sconosciuti. Quanti di voi ho tenuto tra le mie braccia? Quanti fra voi si sono addormentati sentendosi al sicuro sui miei piercing? È probabilmente il momento che mi stupisce di più: l’abbandono totale. Per ogni abbraccio che do e che ricevo, io divento più forte e più distante.
Trovo tantissima bellezza scolpita su quei profili nordici, sui corpi nudi e bianchicci, accetto i complimenti, ma non do loro alcun valore. Dimmelo di nuovo fra qualche mese, forse riuscirò a sentirlo. Negli ultimi tempi sono stato troppo caotico, mi sono perduto, ma ho desiderato ogni singolo bacio. Non ho preso alcuna decisione, non ci sono decisioni che io debba prendere, ma a qualcuno ho finalmente scritto delle belle parole. Io so buttare via una notte e poi una mattina e poi una notte ancora, come fossero solo carte sbagliate, ma ti guardo davvero, e i miei amici ti hanno conosciuto a quella festa di compleanno pensando fossi più importante di quello che realmente sei. Ti conoscevo da alcune ore appena quando siamo arrivati all’alba e il festeggiato metteva musica, ma siamo piaciuti tanto, insieme. L’ho trovato divertente. Ci rivedremo per le cose belle, se ricorderò che tu ci sei.

Un amico ha festeggiato il suo compleanno in un bar di Neukölln. Sono arrivato intorno all’1.15am, in genere vado sempre di corsa e quando devo uscire per rilassarmi, non voglio correre. Mi piace prepararmi con calma, bere un altro bicchiere di vino, ascoltare un altro brano, mettere in ordine qualcosa. Quando sarà mattino mi ritroverò immerso in un mare di faccende a cui badare, la notte invece sembra darmi più tempo.
A me fa piacere vedere i miei amici e fosse per me organizzerei cene tutte le sere per loro. Forse potrei pure farlo, dovrei impormi di non dovermi preoccupare che tutto sia perfetto. Quando ho ospiti ci tengo che la casa sia in ordine e che possa cucinare diverse portate e tutto il resto e chiaramente non trovo il tempo per fare tutto. Devo trovare un compromesso, voglio godere dei miei amici. Un mio amico scrive anche per Il Mitte, per il suo compleanno gli ho regalato una confezione di tabacco e un pacco di caffè. Questo regalino andava inteso in realtà a mo’ di scherzo. Ho bevuto un solo gin tonic e mi sono comportato relativamente bene. Non avevo forse già un appuntamento all’Urban Spree? Che ora è? Di giorno porto l’orologio.
Sono arrivato a Warschauer verso le 4am. Uno dei buttafuori ha alzato la mano e mi ha fermato, lo sguardo diceva “troverò quello che tu pensi di non avere in quella borsa”. Non è mai nella borsa che bisogna cercare, baby. L’altro buttafuori ha detto “lui entra, non controllarlo”. Non ricordo di conoscerlo. Ad ogni modo sono entrato, ho scavalcato tutto e sono arrivato dai miei amici in sala. È stato tutto velocissimo. Un dj inglese con cui ho trascorso una mattina a casa di un’amica, mesi fa, mi ha salutato in pista, non sono riuscito a ricordare né il nome né il viso. Ho scambiato un bacio con qualcun altro e qualcun altro mi ha chiesto qualcosa. Era la prima volta che ci incontravamo, ma ci conoscevamo. I’ll keep it secret. Non so come abbia raccattato un pezzo di Francia, ma tant’è, e me lo sono portato a casa. Saranno state le 8.00 del mattino e abbiamo stappato tre bottiglie di vino. Sono insoddisfatto di tutto e davvero non riesco a ricordare il tuo nome.

Questa mia rubrica è un lungo testamento. Sono colpevole, colpevole e ancora colpevole. Quante ore abbiamo trascorso chiusi in questa camera? Il death metal mi fa cacare, la new wave è okay. È davvero sbagliato rivederti stanotte. Io lo so già che ti vedrò piangere e stavolta non cercherò di fermarlo. You’re lost, baby. Davanti a me ci sono tre bracciali, sono il ricordo macabro di uno dei periodi più neri della mia famiglia. Li ho portati con me, potrei indossarli. Io volevo molto bene alla donna che li indossava. Sono stato un bambino cieco, adesso chiudo gli occhi.

 

1978551_10152332656702884_8991540083716097930_oEin Arschloch è un verme metropolitano che vive soprattutto di notte.
Ama l’anatomia, l’arte e, paradossalmente, la campagna.
Odia i tovaglioli di carta, la plastica e svegliarsi al mattino.
Nightwalker, musicista, post-modern dj, D.I.Y. creative.
Ich bin kein Künstler, ich bin ein Arschloch.