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Berlin Street Art Walk#29: Urban Lives, vivere l’arte urbana

Una puntata speciale per questa uscita della rubrica Berlin Street Art Walk dedicata alla street art, vale a dire un’intervista e un confronto con Ivana De Innocentis, fondatrice di un interessantissimo progetto sull’arte urbana: Urban Lives.
“Urban Lives è un blog nato da quasi due anni” ci racconta Ivana, “dall’esigenza di colmare quello che era per me un buco a livello mediatico ed editoriale sul fronte dell’arte di strada nazionale. Ho avvertito il bisogno di indagare su un mondo che mi ha sempre appassionato e incuriosito e per farlo ho scelto il percorso più avventuroso ma più entusiasmante, ovvero quello della strada e del contatto diretto con i protagonisti di questo movimento.
Sono stati due anni di viaggi, di reportage, di incontri, di interviste, di raccolte di opinioni, di dibattiti, fino ad arrivare a un mio maggiore coinvolgimento nella scena nazionale, un cambiamento che mi ha portato a viaggiare in compagnia degli artisti, ad organizzare eventi insieme a loro e a lavorare su progetti concreti.
Insomma, da osservatrice sono lentamente passata a co-protagonista”.

di Zuleika Munizza

Ivana come è cambiato secondo te negli ultimi anni il modo di fruire dell’arte di strada in Italia?

Il processo di cambiamento degli ultimi anni e la crescente attenzione mediatica verso questo fenomeno, portano ad una sua inevitabile trasformazione. L’arte di strada rischia di essere schiacciata dall’arte pubblica e dal fenomeno dei festival di muralismo e del decorativismo fine a se stesso, il tutto accompagnato da una dilagante e generale disinformazione ed ignoranza. A chi è arrivato a dire che “la street art è morta” rispondo di andare a farsi un giro sul mio sito. Non solo è viva e vegeta, ma sono ancora tanti i progetti di qualità nati dal basso, l’arte di protesta e le iniziative di rigenerazione urbana e artistica legate al territorio.
Ora come non mai avverto la necessità di supportare l’arte di strada, soprattutto quella non autorizzata, i fenomeni underground, ed in generale i tantissimi artisti di talento del panorama nazionale.

In occasione della tua ultima trasferta berlinese che impatto hai avuto a colpo d’occhio della città?

Il mio primo viaggio a Berlino risale al 1998, direi quindi che non conta. Come ho raccontato nel mio articolo su Urban Lives mi ha sorpreso questa sensazione immediata di familiarità e di accoglienza che ho avvertito, soprattutto a Kreuzberg. Berlino l’ho trovata vitale, colorata e stimolante, anche più di quanto mi aspettassi.

Mi piacerebbe fare un breve confronto sintetico Italia-Berlino: quali differenze hai riscontrato nella modalità di fare street art e nella fruizione del pubblico?

Una sola settimana di permanenza e di indagine rende difficile fare una valutazione accurata, posso dire di aver avvertito a Berlino una maggiore vitalità sul fronte delle gallerie e degli eventi ma un po’ più di dispersione e di insoddisfazione sul fronte dell’arte di strada. Diversi artisti si sono lamentati di dover viaggiare spesso fuori Berlino o addirittura fuori dalla Germania per mostre, commissioni e progetti. Pur restando una delle capitali europee del graffiti writing ed una vetrina per le tante opere presenti di indiscusso valore artistico, che la rendono certamente una meta attraente e imperdibile per gli appassionati della street art, questo viaggio mi lascia non poche preoccupazioni sul destino della scena berlinese. Non posso che augurarmi che a Berlino, come in Italia, si dia maggiore spazio e considerazione ai giovani talenti locali e ai movimenti ed eventi underground.


Leggi anche:
Berlin Street Art Walk#28. L’arte di strada nei vuoti urbani

 


La street art a Berlino, come nel mondo, è da tempo inserita in circuiti istituzionali, gallerie indipendenti e private: quali secondo te le differenze con l’italia, che da relativamente poco ha iniziato ad apprezzare il movimento artistico?

A Berlino ho avvertito una maggiore informazione e conoscenza della materia e una forma di istituzionalizzazione dell’arte urbana che non la denaturalizza ma che al contrario la valorizza. In questo senso abbiamo forse molto da apprendere noi italiani per quel che riguarda gli spazi espositivi, indipendenti e privati. Un problema che sembra invece accomunarci è, come già detto, la scarsa valorizzazione degli artisti locali: a Roma, come a Berlino, troppo spesso si dà più spazio agli stranieri, ed è un vero peccato.

Ringraziamo Ivana per il lavoro di documentazione che svolge sul territorio nazionale e non solo, e per aver condiviso con noi le sue opinioni sulla street art.

Qui il link al Blog Urban Lives, questa la pagina Facebook

La foto all’interno dell’articolo è di: I. De Innocentis

Intervista a cura di: Zuleika Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer che organizza esplorazioni urbane e visite guidate, propone tra gli vari itinerari Street ArTour.

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