In agosto ARD, il principale gruppo radiotelevisivo pubblico tedesco, ha reso nota parte di un documento confidenziale che parrebbe provenire dal ministero dell’interno e che accuserebbe Erdogan e la Turchia di aver supportato in più occasioni il terrorismo islamico in Medio Oriente. Il documento è una risposta a un’interrogazione del partito di sinistra Die Linke ed è il primo atto tedesco ufficiale che in qualche modo collega la Turchia al terrorismo islamico.
Nella relazione, che pare sia trapelata ingenerando piú di una preoccupazione diplomatica nell’esecutivo, si sostiene che l’AKP e il presidente Erodgan avrebbero sostenuto in vari modi i Fratelli Musulmani in Egitto, alcuni gruppi dell’opposizione islamista armata in Siria e avrebbero inoltre aiutato Hamas durante alcune operazioni connesse al blocco della striscia di Gaza.
Per quanto riguarda i Fratelli Musulmani l’aiuto di Erdogan consisterebbe soprattutto nel supporto logistico e nella protezione fornite dopo il 2013, quando il presidente egiziano Morsi venne deposto dai militari guidati dal generale al-Sisi. Per quanto riguarda la Siria, la Turchia addestrerebbe, armerebbe e aiuterebbe fazioni islamiste radicali. Erdogan avrebbe inoltre finanziato numerosi gruppi terroristici appartenenti all’ambito del fondamentalismo islamico e per questa ragione, e conformemente alla crescente islamizzazione della politica del presidente a partire dal 2011, la Turchia sarebbe diventata la piattaforma centrale per le azioni dei gruppi islamisti in medio oriente.
Questa risposta ha portato Die Linke, che l’aveva sollecitata, a proporre un’immediata revisione dei rapporti con Ankara, soprattutto per quanto riguarda l’accordo con l’UE sui migranti.
Erdogan si è infatti impegnato a drenare il flusso migratorio verso l’Europa in cambio di sei miliardi di euro e della velocizzazione delle procedure di accesso nell’area Schengen per i cittadini turchi.
Sevim Dagdalen, membro di di Linke, ha riassunto le posizioni del suo partito dichiarando: “Il governo tedesco non può pubblicamente designare il padrino del terrorismo Erdogan come un partner e al tempo stesso, ufficiosamente, considerare la Turchia il centro del terrorismo”.