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Scontro sul divieto di velo per giudici e avvocati

Due associazioni tedesche, l’associazione dei giudici amministrativi e l’associazione magistrati, hanno recentemente chiesto, insieme ai ministri della giustizia del Baden-Württemberg e del Mecklenburg-Western Pomerania, che ai giudici e agli avvocati praticanti venga impedito di indossare il velo nell’esercizio delle loro funzioni. La richiesta è motivata dal fatto che esibire in un contesto che presume la neutralitá giudiziale un simbolo che rinvia a una fede religiosa, possa inficiare la distanza “tecnica” del giudizio da influenze soggettive tra le quali, appunto, la fede.
Non è la prima volta che un dibattito di questo tipo ha luogo, considerando che ad Augsburg, in Baviera, lo scorso giugno, un avvocato praticante di venticinque anni ha vinto una causa in cui aveva sostenuto l’illegittimità del divieto di velo in aula prescritto dal ministero federale di giustizia nel 2008. La donna aveva sostenuto le sue ragioni parlando di violazione della libertá religiosa e sottolineando come il divieto in questione non avesse agganci nel sistema giuridico bavarese, che non ha leggi che proibiscano ai praticanti di indossare simboli religiosi.

Nella direzione opposta, come ricordato, remano Guido Wolf e Uta-Maria Kuder, rispettivamente ministri della giustizia del Baden-Württemberg e del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, entrambi membri della CDU, il partito di Angela Merkel. La loro posizione fa perno sull’idea che giudici e pubblici ministeri rappresentino lo Stato e debbano quindi vestire con l’attuale abbigliamento standard prescritto sia per i maschi che per le femmine, vale a dire una toga nera sotto la quale indossare una maglia o una camicia bianca, oppure una cravatta o un foulard da collo.
Siccome in tribunale è richiesta la più rigida neutralitá, ogni indicazione esterna di una mancanza di obiettivitá dovrebbe essere evitata, specie nel caso in cui i contendenti non siano religiosi”, ha precisato Robert Seegmüller, presidente dell’Associazione dei giudici amministrativi tedeschi.
Nel settembre 2013 a un avvocato musulmano fu invece  proibito l’uso del velo in tribunale, con la motivazione che la donna esercitava la professione in qualità di “organo del sistema legale” e avrebbe dovuto mostrare per questa ragione assoluta neutralità religiosa.


simboli religiosi

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La legge di neutralitá (Neutralitätsgesetz), valida all’interno della città-stato Berlino, stabilisce che a chi lavora nell’amministrazione pubblica è fatto divieto di mostrare simboli religiosi o anche ideologici. Il sindaco Michael Müller ha chiarito che la legge di neutralità non esprime indifferenza verso la religione o limitazioni alla libertá religiosa. “È chiamata legge di neutralità perché ci sono contesti, come le scuole, i tribunali e la polizia, in cui lo Stato deve mantenersi neutro”, ha dichiarato al Frankfurter Allgemeine Zeitung .
Un altro caso simile si è verificato nel giugno del 2015, quando a un avvocato di fede musulmana è stato proposto un praticantato presso un ente statale, ma l’offerta è stata subito ritirata quando si è scoperto che la donna indossava il velo. Alla fine è stata fatta un’eccezione e l’avvocato ha potuto tenere il velo, ma solo durante il praticantato e la questione è di sicuro destinata a sollevare nuovi problemi interpretativi e crescenti polemiche
Secondo il presidente Seegmüller, se questa interpretazione ostile al velo in aula prevarrà, diventando ulteriore prescrizione legislativa, potrebbe essere addirittura necessario cambiare la Costituzione e riferirsi a tutti i simboli religiosi, non solo a quelli musulmani.

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