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Cominciati ufficialmente i giochi paralimpici di Rio. Berlino farà la sua parte nel 2018.

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di Amelia Massetti

“Il cuore non conosce limiti perché ognuno ha un cuore, un cuore che batte”.
Questo il motto dei giochi paralimpici che hanno avuto inizio a Rio de Janeiro il 7 settembre e che sono un evento straordinario, destinato a cambiare la percezione del mondo relativamente al tema della disabilità.
Potremmo auspicarci infatti che anche attraverso questo tipo di segnali, da una cultura della disabilità si arrivi a una cultura delle abilità e questo è il senso dell’inclusione in cui tutti sono parte della società, con le proprie differenze e limiti. Dobbiamo costruire una città dai sogni possibili pensata per tutti e attraverso lo sport, che è anche la storia del mondo, si percepiscono i cambiamenti e il desiderio di cambiamento.
La sfida è quella di costruire un mondo nuovo, in cui tutti siano fratelli capaci di camminare mano nella mano per diventare più forti, un segnale di comunanza che sarà utile per tutti e non solo per le persone diversamente abili, la cui forza è un’esempio per tutti, perché non desistono e sono mossi da un coraggio che supera i limiti.
È d’altronde con una passione particolare che gli atleti si contenderanno le medaglie d’oro, che non sono il simbolo di chi sia il migliore, ma soprattutto del coraggio di coloro che hanno avuto attraverso lo sport la possibilitá di abbattare gli ostacoli della vita.

Vedere la presentazione delle paralimpiadi è già il frutto del cambiamento, soprattutto nelle sviluppo delle varie competizioni che si sono sempre più affinate nel tempo, contribuendo al miglioramento della ricerca tecnologica per facilitare la mobilità delle persone diversamente abili. Basti pensare a sport come la corsa per non vedenti, resa possibile dall’ampliamento delle percezioni sensoriali proprio attraverso la tecnologia. Il ballo finale dell’atleta insieme alla macchina che lo aiuta, quasi un inno d’amore per gli sviluppi migliori della scienza applicata, è per degli aspetti un’immagine futurista, ma per una persona disabile rappresenta l’essenza stessa della sua libertà di movimento. Senza i traguardi raggiunti della tecnologia avanzata, insomma, non potremmo godere di questi sport davvero speciali, che hanno contribuito al miglioramento della vita delle persone disabili garantendo loro un margine sempre più ampio di indipendenza.
Un grande valore che trasmettono gli atleti dei Paralimpici è che le differenze culturali, per le persone diversamente abili, sembrano svanire, ci si rende conto che la disabilità in qualche modo unisce, al di là del background e delle differenze religiose. Questo ci rende in qualche modo più vulnerabili, perché ognuno può diventare, nel corso della propria vita, una persona disabile, ma al tempo stesso anche più forti, perché questo, in qualche modo, ci fa sentire uniti. L’imperfezione, insomma, grazie alla determinazione di questi atleti, non preclude il conseguimento di obiettivi un tempo impensabili, non è la condizione che li può fermare, anche perché, in fondo, il sapore della sconfitta è migliore del dolore di non averci provato. Per questo continueremo a seguire questo appuntamento e ci diamo sin da ora appuntamento a Berlino per il 2018, quando la capitale tedesca ospiterá i campionati europei di atletica leggera paralimpica.

 

Amy Purdy, paralimpica biamputata e straordinaria danzatrice di samba al ritmo carioca, ha chiuso la cerimonia dando inizio alle gare

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