Erano ventimila i turchi scesi in piazza ieri a Colonia per supportare Recep Tayyip Erdogan. Gridando “sì alla democrazia, no al golpe” hanno reso l’evento, organizzato dall’Unione dei democratici turchi europei (Uetd), una gigantesca manifestazione di consenso verso l’uomo più controverso del momento.
Mobilitati per ragioni di sicurezza 2700 agenti, anche considerando la presenza di quattro contromanifestazioni, inclusa un’iniziativa organizzata dall’estrema destra e avente come slogan “Nessun omaggio a Erdogan in Germania, fermare gli autocrati islamisti del Bosforo”. Sempre per ragioni di sicurezza é stato vietato al presidente Erdogan di collegarsi in videoconferenza con i manifestanti, decisione aspramente criticata via Twitter dal ministro turco per gli affari europei, Omer Celik, che ha definito la decisione “contraria ai valori democratici”.
La manifestazione, iniziata sulle rive del Reno con un minuto di silenzio dedicato alle vittime del golpe e dei recenti attentati terroristici in Francia, Belgio e Germania, ha avuto un andamento realtivamente regolare, se si escludono alcuni piccoli scontri tra turchi e curdi.
Dopo il fallito golpe e la successiva, feroce repressione seguita al ripristino dei pieni poteri del presidente, la situazione della Turchia è più tesa che mai. É tesa con gli Stati Uniti, che si rifiutano di concere l’estradizione di Fethullah Gülen ed è tesa con la Germania, dopo che la Merkel ha reso chiaro che l’istituzione della pena di morte per i responsabili del colpo di stato arresterà automaticamente i negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa.
Tutto questo si riverbera inevitabilmente sulle comunità turche all’estero.
Nel frattempo, sempre in Germania, c’è chi parla di delazioni e addirittura dell’istituzione di un numero speciale per denunciare presunti oppositori di Erdogan all’estero.
Erdogan è un analfabeta costituzionale come Hitler