Per molti Duncan Jones è il figlio di David Bowie, ma gli appassionati di cinema lo ricordano anche come il regista di Moon, un lungometraggio sci-fi considerato un gioiello della produzione indipendente.
Chiunque lo abbia visto parla con entusiasmo di una poesia visiva mai ridondante e potentemente capace di evocare la solitudine del protagonista, un magistrale Sam Rockwell.
Dopo altri due film (Source Code e Warcraft) e dopo ben dodici anni di gestazione, a marzo di quest’anno sono iniziate le riprese di Mute, un thriller fantascientifico che per ambientazione e gusto potrebbe ricordare proprio l’apprezzatissima opera prima e che lo stesso Jones ha definito “un sequel spirituale di Moon”.
Distopia ispirata per degli aspetti a Blade Runner, Mute è ambientato nella Berlino del 2055 e parla di un barista muto che vaga per la cittá, in cerca della donna che ama, e finisce per imbattersi in due chirurghi americani con un segreto da nascondere. Il film è stato definito per degli aspetti una sorta di Casablanca del futuro, ma Jones ne parla anche come del suo personalissimo Don Chisciotte, probabilmente riferendosi ai tempi e alla complessitá di realizzazione dell’opera.
Il film, scritto a quattro mani con Michael Robert Johnson, è interpretato, tra gli altri, da Alexander Skarsgård, noto soprattutto per la serie televisiva True Blood, e da Paul Rudd. Nelle more dell’attesa per l’inizio delle riprese, è stata realizzata anche una graphic novel della stessa storia, che ha richiesto molto lavoro e che desta la stessa curiositá del prodotto cinematografico in lavorazione. Di sicuro, dodici anni di gestazione avranno generato idee, spunti, suggestioni e revisioni che il regista descrive affermando: “ho vissuto con questo film per così tanto tempo che posso dire di averlo strutturato nella mia testa”.
Estimatori e curiosi, ma anche chiunque ami seguire le vicende di Berlino nella cinematografia, a questo punto si augurano di poter godere presto del risultato finale. Anche Jones, da una prospettiva diversa, si augura la stessa cosa, dichiarando: “non vedo l’ora di finire questo piccolo e strano film. Credo che la gente finirá per amarlo o per odiarlo, senza vie di mezzo. Mi vanno bene entrambe le cose”.