Povera ma sexy-Fusion
Il treno ha l’odore tipico di un Intercity, con la moquette un po’ umida imbevuta degli odori altrui. Si allontana da Berlino spingendosi nelle lande verdi del Brandeburgo e quindi lascia tutti in una piccola piazza di Neustrerlitz, un paesino, una frazione come potrebbe essere da noi Campoleone, dove non c’è nulla se non un kebabbaro, delle statue intagliate nel legno e, solo in questi giorni, shuttle che vanno e vengono e la polizia a sorvegliare.
Il punto di arrivo è questa distesa di erba e cemento di cui non si riesce a vedere la fine. Da qui, un tempo, caccia sovietici si alzavano in volo decollando dalla stessa pista che ora si percorre a passi lenti, tutti appesantiti dai fardelli delle tende, dei sacco a peli, dagli involucri del pranzo, in cerca di un posto in cui piantare i picchetti, settore F3, D1, C, A.
Dai bagni chimici si alza un olezzo ma nulla potrebbe comunque turbare questa gioiosa atmosfera: ovunque persone che ballano e si muovono, dimenticando per un momento il senso della propria inadeguatezza alla vita.
Un uomo con una barba lunga indossa tacchi e un body attillato e lascia roteare tra le mani un ombrellino colorato. Nessuno si sognerebbe di chiedere quale sia la parte del sé che vuole esprimere e, d’altronde, qui tutti vogliono liberarsi di qualche convenzione. Ci si arrampica sugli alberi, ci si scambiano baci, le lingue tumide, lo spirito forte, animale e irriflessivo.
La musica, in ogni dove, è come la scintilla nella selce e i pianeti sono questi globi di legno colorato montati su un palco, baluginanti nella luce liquida e azzurra, su cui cala la sera e poi di nuovo risorge il giorno.
Draghi in metallo spalancano le fauci e sputano fuoco a ogni picco di frequenza, strappando gridolini eccitati alla gente giù di sotto.
Il tempo si fa grande e rotondo come il cielo, come il pallone verde che si gonfia nel mezzo della pista e poi scoppia liberando coriandoli colorati. Sui capelli si posano, sui visi truccati con paillettes dorate, assieme ai fiori, alle corone, ai cappellini, ai ventagli. La felicità, tiepida e vischiosa, è simile a una nuvola in procinto di piovere e una dolce intimità cala tra le persone, inclini al languore e alla fantasticheria.
Come battezzandi ci si immerge in questo flusso e, nel lento dischiudersi di tutte le cose, riaffiora la memoria antica dei ludi che vengono a sovvertire regole e consuetudini sociali.
Durerà per qualche giorno, nel tempo fugace di un sogno.
Fusion 2016.
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