Nella giornata di ieri, alle ore 12.00, davanti all’ambasciata degli Stati Uniti d’America a Berlino, proprio accanto a Brandenburger Tor, un gruppo di persone si è raccolto per fare un minuto di silenzio e ricordare le vittime della terribile strage di Orlando, che ha visto un uomo armato entrare nel locale gay “Pulse”, uccidere cinquanta persone e ferirne altrettante.
Si tratta della più grande sparatoria di massa della storia degli Stati Uniti.
Esponenti della comunità lgbt berlinese, giornalisti, membri delle istituzioni e persone che semplicemente hanno sentito il bisogno di esprimere cordoglio per le vittime e solidarietà verso le loro famiglie, hanno deposto fiori proprio davanti all’ambasciata o sono rimasti in silenzio, a testimoniare la loro vicinanza morale.
Noi de “Il Mitte” abbiamo parlato con un rappresentante della Federazione Lesbiche e Gay Germania, la più grande associazione lgbt della Germania, che aveva sul bavero una spilletta con la doppia bandiera, americana e tedesca. Lo abbiamo intervistato subito dopo il suo incontro con l’ambasciatore americano a Berlino e abbiamo appreso che l’ambasciatore si è detto vicino all’iniziativa e ha parlato della strage di Orlando come di un attacco non solo alle persone che sfortunatamente si trovavano al “Pulse”, ma anche “ai valori occidentali e al diritto alla diversità per cui è giusto prendere posizione”. Ha espresso inoltre la più profonda solidarietà verso la comunità lgbt americana.
Sono intervenuti nell’ambito dell’iniziativa anche esponenti della politica locale, membri del Senato di Berlino e alcuni sindaci di quartiere.
Altre autorità politiche cittadine avevano comunque già commentato la notizia. Il senatore dell’Interno Frank Henkel (CDU) si era dichiarato vicino alle famiglie delle vittime di un attentato definito devastante, sottolineando la vulnerabilità delle nostre società libere. “Alcuni odiano il modo in cui viviamo le nostre vite” aveva detto alla stampa, aggiungendo “l’odio non deve trionfare”.
Anche la senatrice per l’integrazione Dilek Kolat (SPD) si era detta sconvolta, ma anche pronta a ribadire il diritto di ciascuno a sviluppare la propria personalità in una prospettiva di pacifica convivenza.