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Unconventional Berlin Diary: Warschauer Brücke, storia di un’idiosincrasia

Warschauer Brücke. L’ho sempre ammesso, lo odiavo. Appena arrivata a Berlino ero solita fare le prove con la band nei dintorni, anche se vivevo dall’altra parte della città. Finite le prove, spesso in tarda serata, invece di prendere la metro a Frankfurter Tor raggiungevo a piedi quel maledetto ponte, lo attraversavo e prendevo l’S-bahn per una fermata, scendevo a Ostkreuz e prendevo il Ring fino a Jungfernheide. Detestavo quel tragitto. Allungavo la strada solo per far compagnia al batterista, che viveva a nord di Wedding.

Sul ponte di Warschauer avevo sentito e continuo a sentire anche adesso ogni tipo di storia, racconti felliniani su pianisti che fanno concerti all’alba, filosofi matti, poeti improbabili. Non so davvero cosa ci trovino gli scrittori metropolitani. A me quel tozzo confine di Friedrichshain ricorda solo un tragitto inutile, ripetuto troppe volte mentre il vento gelido di Berlino mi frustava la faccia, o la ressa del weekend, che mi rende assolutamente idrofoba. In cima alla lista dei fattori che innescano la mia demofobia ci sono infatti le persone che gridano, più o meno ubriache, e quelle che ti fermano farfugliando, più o meno fatte. Direi che il cerchio si chiude in riva all Sprea.

Insomma, ho sempre odiato il ponte di Warschauer perché non avevo voglia di accompagnare il mio batterista, perchè ancora adesso non mi piace essere fermata, perché il chiasso mi agita.

Devo dire però che le cose sono un po’ cambiate, da quando mi sono trasferita all’est. Il ponte è a due passi da casa e ci passo spesso, soprattutto di mattina e soprattutto da quando l’U5 è parzialmente interrotta. Al mattino è meglio. Intanto c’è una luce che non ha uguali e poi tutto ha il profumo metaforico del principio, c’è ancora un’intera giornata da vivere, infinite possibilità e nessun margine per sentirsi falliti. Al mattino Warschauer Brücke è solo un crocevia attraversato da persone che vanno incontro alla loro vita.

Non mi disturbano, non le disturbo.

“Nub”–The Jesus Lizard♠

Machete

Machete vive a Berlino dal 2013.

Ama anche la musica, il cinema, la letteratura e la serotonina.

A otto anni sperava che prima o poi qualcuno avrebbe inventato una pillola contro la morte. Un po’ lo spera ancora.

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