di Pavel Chute
Qualche giorno fa l’Istituto di ricerca psicologica e sociologica SINUS ha pubblicato uno studio effettuato tra i giovani tedeschi di età compresa tra i 14 e i 17 anni.
Ne emerge un quadro abbastanza eterogeneo all’interno del quale i ricercatori individuano sette mondi giovanili differenti, i cui appartenenti si differenziano per stili di vita, speranze e rapporti con gli altri, anche se, come vedremo, lo studio evidenzia anche la presenza di una prospettiva di vita piuttosto comune per la maggioranza di essi.
I “borghesi conservatori” amano tanto il calcio quanto la puntualità, hanno un accentuato senso del dovere e puntano tutto sull’autodisciplina, tendenza che li fa andare via da feste dove gira troppo alcool e ci si bacia troppo vistosamente. Vogliono inoltre sposarsi, avere qualche figlio, una casa con il giardino e, soprattutto, sicurezze. I cosiddetti “precari”, molti dei quali sono coscienti delle condizioni sociali sfavorevoli all’interno delle quali vivono, amano invece i combattenti e in relazione al proprio futuro oscillano tra posizioni estreme: chi ambisce ad avere un tetto sopra la testa si contrappone infatti a chi spera di diventare, per esempio, calciatore professionista. Il precario che si sente emarginato non è solidale, pensa che gli stranieri rubino posti di lavoro e donne e ritiene di non avere obblighi verso una società che non fa niente per lui.
I “pragmatici” si adattano alle circostanze, in Germania la vita non è malvagia, è possibile vestirsi bene e la capacità di adattamento consente di vivere meglio. Quelli che, tra loro, sono figli di immigrati, amano l’ordine della Germania ma anche la coesione sociale della propria cultura d’origine.
Tra le categorie che possiamo definire di rottura, in quanto costituite da ragazzi e ragazze che consapevolmente vogliono superare i confini ed andare oltre, vi sono i cosiddetti “edonisti sperimentali” ed i “ricercatori”. I primi vogliono vivere “qui ed ora” e sperimentare tutto, alcol, droga, sesso. Odiano la routine e quando si proiettano nel futuro si immaginano capi di se stessi. L’anticonformismo dei secondi è invece di tipo “intellettuale”, d’avanguardia. Si autodefiniscono interessanti, unici, eloquenti e consapevoli e non vogliono avere nulla a che fare con il conformismo borghese.
In questo studio vengono categorizzati anche gli “edonisti materialisti”, per i quali fare shopping, andare ai party e spendere denaro sono le cose con più appeal in assoluto. Yolo – You only live once è il loro motto, non amano i ricchi, ma amano il consumo e la civiltà che lo rappresenta. Se vogliamo, al loro opposto, ci sono infine gli “ecologisti-sociali”, che rispettano l’ambiente, mangiano spesso vegetariano e rifiutano arroganza, razzismo e lusso.
Lo studio è stato compiuto su uno numero limitato di ragazzi e pertanto non intende essere rappresentativo. Hanno peraltro partecipato solo i giovani che volevano rispondere e dunque è possibile che fra gli “autoesclusi” ve ne siano molti con punti di vista più radicali, specie di tipo politico. Il risultato finale, comunque, evidenzia nel complesso il fatto che i giovani tedeschi amino il “mainstream“ (o, detto diversamente, il “conformismo”) più che in passato. La maggioranza di loro vive comunque la necessità di sentirsi o essere come gli altri e i valori espressi sono simili quelli degli adulti (capacità di adattamento, relazioni stabili, condivisione di valori comuni, partner fisso e famiglia). Interessante, infine, è il rapporto con i media digitali, che penetrano la vita di questi ragazzi in modo pressoché totale (sono sostanzialmente online il 100% del loro tempo libero). Tuttavia lo stare in rete dei giovani è vissuto oggi come una necessità (nessuno vi vuole rinunciare), ma non più come un’attività affascinante, come accadeva fino a qualche anno fa.