White Miles: “andare sempre avanti è il senso di tutto”

Photo by Gerhard Berger
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di Lucia Conti

I White Miles sono un duo austriaco formato da Medina (voce e chitarra) e Lofi (batteria). Si sono formati nel 2011 e hanno immediatamente attirato l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori. Nel 2014 è uscito il loro primo album, “Job: genius, diagnose: madness”. Poco dopo sono andati in tour nel Regno Unito con Courtney Love e in seguito con i Truckfighters. Nel 2015 Micko Larkin, chitarrista di Courtney Love, ha prodotto il loro secondo album, “The duel”. Subito dopo la band è scelta come supporto dagli Eagles of Death Metal nello sfortunato tour europeo che si è concluso tragicamente al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015. Li abbiamo incontrati a Berlino, prima di una gig.

Cominciamo dal vostro nuovissimo album, appena uscito. Ce ne parlate?

Medina: è molto semplice da descrivere, perché questo nostro nuovo lavoro è stato registrato live, in studio. Entrambi eravamo nella stessa stanza e senza click e abbiamo semplicemente suonato come suoniamo dal vivo, aggiungendo solo piccole cose. Nell’insieme è un album decisamente ruvido e diretto.

Lofi: mi sono veramente divertito, perché l’idea di essere in una sola stanza semplicemente a suonare, come ha detto Medina, ha portato nel disco la nostra energia live. Ci siamo divertiti esattamente come ci divertiamo sul palco. Inoltre abbiamo registrato in un bellissimo studio e su un registratore a nastro a 24 tracce ed è stato grandioso.

M.: L’album è stato prodotto dal nostro amico Micko (Larkin, chitarrista di Courtney Love), con cui abbiamo diviso il palco nel Regno Unito, durante il nostro tour con Courtney. È stato bello lavorare con lui. E anche “Little”, il proprietario dello studio in cui abbiamo registrato, è veramente una persona carina e poi è un batterista, quindi perfetto, per Lofi. E anche Micko ha aiutato me con le chitarre.

Da quando la band è nata, avete subito iniziato a suonare moltissimo, spesso dividendo il palco con diverse band famose. Qualche aneddoto?

M.: Sono tantissimi, ma alcuni non si possono menzionare! Intanto sono stata davvero felice quando Micko è entrato nel backstage e ci ha detto di voler suonare un pezzo con noi. Siccome conosceva già la parte di chitarra del brano in questione, si è unito a noi nelle ultime due gig del tour. E in realtà abbiamo continuato a farlo anche dopo, a Londra. Era tutto molto spontaneo, noi suonavamo, Micko saliva sul palco e si univa a noi. Tra le altre cose divertenti da raccontare possiamo anche menzionare l’atto del rompersi il naso facendo cose stupide!

Cioè?

L.: Eravamo in tour in Spagna, con gli Answers, e a un certo punto il bus si è fermato in un’area di sosta. Siamo scesi tutti e ci siamo messi a tirare calci, perché il bassista degli Answers pratica il taekwondo. Anche Medina si è aggregata e ha azzardato un movimento, che però è riuscito male, perché si è colpita da sola al naso e a quel punto abbiamo sentito un “crack!”.

M.: Tra le altre cose belle che abbiamo vissuto in tour, comunque, ci sono ovviamente i backstage parties e il fatto di incontrare persone nuove o anche semplicemente andare in giro scoprendo città che non conoscevamo.

Suonate molto e in tutta Europa. Come trovate la scena live attuale? Viva? Morta? Viva a malapena?

L.: Sta crescendo. Sempre più persone vogliono andare ai concerti e si stanno formando molte nuove band interessanti.

M.: Sta indubbiamente crescendo, ma forse capisco cosa vuoi dire. Effettivamente a volte la gente è un po’ timida davanti al palco, ma dipende anche dalle circostanze.

E voi come vivete tutto questo?

M.: Andiamo sempre avanti, è questo il senso di tutto. In questo campo si va su e giù, come sulle montagne russe, non si sa mai dove si arriverà. Noi non sappiamo neanche dove siamo adesso, ma sappiamo che se ti fermi sei finito e non arrivi dove vuoi arrivare.

Dove volete arrivare?

M.: Esattamente dove siamo. Amiamo quello che abbiamo e vorremmo averne sempre di più. Siamo veramente felici di quello che stiamo facendo e di come stiamo vivendo.

L.: No, non vogliamo fermarci.

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Com’è cambiato negli anni e a distanza di due album il vostro modo di comporre?

In realtà non siamo cambiati, semplicemente ci trasformiamo, ogni giorno. È una questione di mood. Una cosa divertente del nostro ultimo disco è che uno dei brani della tracklist è il primo che abbiamo mai scritto. Questo per dire che produrre musica significa anche scegliere tra spunti diversi che fanno tutti parte di te, ma dipendono dal tuo stato d’animo, che cambia ogni giorno. In questo caso volevamo semplicemente “vomitare” tutto quello che sentivamo, fino a restare senza fiato.

Ho notato che Lofi sta cantando sempre di più. Canterete sempre più spesso insieme?

M.: Mi piacerebbe tanto.

L.: Effettivamente ho cantato in tre pezzi, non era mai capitato, vedremo come andrà.

Che tipo di chimica c’è, tra voi?

L.: Ci conosciamo da dieci anni. Nel 2005 eravamo in due band diverse, ci siamo ritrovati in un rock contest e la cosa divertente è che entrambi abbiamo vinto. Da lì abbiamo cominciato a organizzare tour insieme e a conoscerci meglio. Quando abbiamo fondato i White Miles, ovviamente, tutto è diventato più intenso, suonare insieme, le prove, condividere pensieri ed emozioni. Ormai ci conosciamo talmente bene che posso capire quello che Medina pensa o capire di cosa ha bisogno anche senza che parli.

M.: Dopo così tanto tempo insieme è come essere anime gemelle, ma su un altro livello.